MORIRE MENTRE
CI SI GUADAGNA DA VIVERE
Il 16 marzo a Torino, è morto un operaio di 65 anni schiacciato da alcune travi di ferro. 65 anni!
Un'età in cui, in una società diversa, quell'uomo avrebbe dovuto dedicarsi ad altre attività, a passeggiare, a guardare i nipoti, a giocare a carte con gli amici.
Invece no, quell'uomo lavorava ancora...
E non dietro una scrivania, non davanti a un computer, ma intento a scaricare da un TIR delle travi di ferro. Nella giornata dedicata al ricordo della morte di Karl Marx, il mio pensiero, carico di disprezzo, va a tutti quelli che "pontificano" sulla scomparsa della classe operaia.
Forse a scomparire è stata la sua rappresentanza politica (sia nelle istituzioni, sia nelle piazze) da ormai troppo tempo impegnata a cavalcare l'onda del liberismo più sfrenato o della deriva populista.
Post di @Gianluca Gambini condiviso dal diario di @Rina Targhetti
Tutto questo perchè?
Perché si lavora troppo, i ritmi sono stressanti, i turni massacranti.
Le notizie delle morti sul lavoro passano sempre in sordina, nei grandi Media tutto tace, infondo sono solo operai, sono solo lavoratori, poco più che bestie ancorate nel fondo della piramide sociale.
Morire mentre ci si guadagna da vivere...sembra un paradosso eppure è così, eppure la sicurezza sul lavoro ha fatto enormi passi avanti, eppure abbiamo i corsi di formazione, le costosissime protezioni, ma tutto questo non basta e non basterà mai fino a quando non si vorrà ammettere che si muore a causa della stanchezza, perché gli errori di distrazione o le "fatalità" accadono spesso a causa dei ritmi disumani a cui siamo sottoposti.
Una persona che lavora una media di 8 ore al giorno non è una persona lucida, è una bomba ad orologeria che presto o tardi scoppierà, e quando per vivere in un mondo dove comanda il Dio Denaro si è costretti magari a fare un lavoro pesante accade questo, una piccola distrazione e si muore.
Si muore a causa dei ritmi che ci impongono, si muore a causa degli orari che dobbiamo rispettare, si muore a causa dello stress accumulato giorno dopo giorno, si muore quando i nostri nervi vanno a pezzi prosciugandoci le energie vitali.
Pensate ai camionisti, costretti per volere dell'economia a percorrere centinaia di chilometri al giorno guidando 8-12 ore al giorno, poi ci stupiamo degli incidenti stradali !
Eppure tutto questo si potrebbe evitare rendendo la vita più facile ai lavoratori, si potrebbe far lavorare i camionisti 3 giorni la settimana al posto di 5, in questo modo avrebbero più tempo per riposarsi o si potrebbe rendere obbligatoria la presenza di un altro conducente che ogni 2-3 ore di viaggio gli dia il cambio al collega.
Ma devo lanciare io, semplice cittadino, queste idee??
Ma allora cosa paghiamo a fare i fior di laureati che siedono negli uffici e dovrebbero occuparsi proprio di questo? Della sicurezza dei lavoratori? Perché invece di inventare barrette energetiche, pillole magiche e computer intelligenti non si fa la cosa più semplice ed ovvia, ovvero dimezzare a tutti l'orario di lavoro?
E quando iniziamo a considerare i lavoratori come "esseri umani" e non più come "risorse" in mano alle agenzie di turno?
Morire sul lavoro è una vergogna ma è altrettanto vergognoso che in un paese civile (o ritenuto tale) un'essere umano debba lavorare a 65 anni qualunque lavoro faccia. L'uomo è ormai un fattore produttivo e basta, assurdo l'essere umano al servizio dell'economia e non viceversa. Penso che a 65 anni lavorare debba essere una libera scelta e non un obbligo purtroppo non è così perché economicamente si dice non sia sostenibile. Pazzesco
RispondiEliminaè lui o non è lui?
RispondiEliminaCEEEERTO CHE È LUI
RispondiEliminaBeautiful! I enjoyed my time spent on your lovely blog
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