Sono passati circa 10 anni dalla morte di mio zio, la sua fu una morte improvvisa, inaspettata, visto che godeva da sempre di buona salute.
Lo trovammo disteso sul suo amato divano a pancia in su, in un torrido pomeriggio d'estate, dopo che i vicini preoccupati per la sua assenza, ci avevamo chiamato per vedere se avevamo sue notizie.
Ricordo che quello era un rovente pomeriggio estivo e quando aprimmo la porta dalla stanza nella quale mio zio giaceva, uscì un nauseante odore di decomposizione che ancor oggi mi rimane impresso.
Ero triste per la morte di mio zio, tuttavia felice per come aveva lasciato questo mondo, in quella posizione d'ozio sul divano, che lui tanto amava.
I conoscenti subito dissero che era morto in solitudine, no, non era vero, mio zio era morto avendo vissuto la vita che voleva che da un punto di vista sociale possiamo definirla "vita da barbone".
Si, perché mio zio era uno sbandato che viveva in una casa sporca e disordinata, dove accumulava ogni genere di cose, passare tra una stanza e l'altra era praticamente impossibile, la moka del caffé non veniva praticamente mai lavata e gli intonaci dei muri avevano assunto una tonalità nerastra causata dal fumo della fornella a legna dove cucinava e riscaldava casa allo stesso tempo.
A dire il vero mio zio non aveva una casa, ma una sola stanza, piccola, umida e buia e dove il divano era sia sedia che letto...
Certo, c'erano altre stanze, ma lui le usava solo come deposito merci. Il bagno? Fuori uso da molti decenni, dunque per fare i propri bisogni usciva nel bosco sul retro della casa.
Nonostante il suo stile di vita molto fuori dal comune, mio zio era una buona anima, ed era praticamente impossibile trovarlo di mal umore, certo aveva il brutto vizio dell'alcool per cui era anche difficile trovarlo sobrio, ma chi non ha vizi a questo mondo?
Mio zio odiava il lavoro, ma amava la vita.
Dalle storie che sentivo raccontare in famiglia deve aver lavorato si e no, 5 anni in vita sua, ovviamente intervallati.
Lui aveva sempre fuggito il posto fisso, lo stipendio sicuro, le certezze e la sicurezza per abbandonarsi totalmente all'invisibile corrente vitale che sostiene il Creato. Non condizionato da tv, giornali e società, non aveva paura del futuro e quando necessitava di acquistare alcool e sigarette andava a girare la terra in qualche orto del paese, 2-3 ore di lavoro, per prendere quel poco che gli bastava a vivere la giornata come lui voleva.
Il suo mezzo di trasporto era la bicicletta, niente bollo, niente assicurazione, niente spese di manutenzione, niente revisione, niente tagliandi...
Il cibo se lo procurava rubacchiando qua e là tra le campagne: mele, pere, zucche e ortaggi vari, tutto quello che trovava in più lo raccoglieva, per il resto seccava uva per l'inverno, raccoglieva noci e nocciole, pescava pesci in un lago li vicino, nonostante ciò non l'ho mai visto malnutrito.
Per molti una vita del genere può rappresentare qualcosa di estremo, per me invece è stato un profondo esempio di Libertà, una vita vissuta senza orari, senza regole, senza paura del domani.
Scansafatiche, barbone, sedentario, fannullone, ci sono molti aggettivi che la "gente normale" adotta per gli uomini che come lui che non seguono la cieca via del Dio Denaro, ma laddove le menti mediocri si limitano a giudicare e criticare, io ho scorto la ribellione al nostro modo di vivere, a tutto il nostro correre, produrre e inquinare, a tutto il nostro costruire case sempre più grandi abitate però da gente infelice, che non si accontentano mai, che vogliono sempre di più tentando in tutti i modi di colmare il vuoto da cui si sentono inghiottiti ogni giorno perché non comprendono che è l'esistenza nella sua interezza che va amata.
Mio zio era anarchico e non lo sapeva, non tifava nessun partito politico, non odiava i neri, non si sentiva un patriota, non si faceva influenzare da niente e da nessuno, viveva punto e basta, poteva avere la tv, ma l'ha sempre rifiutata in cambio dei libri che leggeva avidamente.
Un barbone che legge?!
Si, una barbone che legge e si fa una propria cultura...
E quel divano dove passava i suoi pomeriggi d'ozio, alla fine è diventato il suo trampolino di lancio verso l'Infinito.
Fanculo il Sistema, lui zitto zitto, lo aveva fottuto per davvero il Sistema.
Ciao Zio.
In direzione ostinata e contraria
RispondiEliminaTi dico solo che sono molto simile a tuo zio, ma sono una donna, e al posto di prendere le mele eccetera (per me non è rubare quello) coltivo il mio orto con la persona con cui convivo, viviamo in una casetta in campagna costruita in parte da noi e ancora work in progress e non voglio un lavoro fisso da anni, in più mi faccio tranquillamente dare soldi senza alcuna remora da chi nel parentado ha scelto di essere schiavo e si preoccupa inutilmente per noi a cui non manca proprio nulla, ognuno fa le sue scelte, e se ai parenti lobotomizzati dal sistema fa sentire la coscienza a posto darci soldi chi siamo noi per offenderli e toglier loro il posticino in paradiso? ��
RispondiEliminaDa mo' che gliela mettiamo in culo al sistema....fanculo il lavoro che non sia la propria arte di essere un capolavoro!!
So che la mia storia sembra incedibile , forse degna di un libro o di un film , ma è la pura verità e sono felicissimo di aver trovato per caso questo sito ,dl quale ho letto pero ora poche pagine ma il cui senso condivido in grossissima parte . Ormai tanti anni fa dopo essermi diplomato , come un bravo scolaretto qualsiasi , dopo aver lasciato l'università ed aver avuto un lavoro normale per 2-3 anni, ho fatto per 3-4 anni lo schiavo in vari callcenter . Ho subito capito dove si andava a parare in quel settore e naturalmente non solo in quello : più passava il tempo , più si guadagnava in maniera inversamente proporzionale rispetto alla dose di schiavismo che si accettava di sopportare .Così li ho mandati a fanculo e ho finto di lavorare per anni e anni : in totale ad oggi 22-10-219 una dozzina.Facevo credere in famiglia che ci andavo ed invece andavo a spasso ,in giro in bicicletta o mi rinchiudevo in una soffitta dove mai nessuno andava. Questo mi ha portato ad essere un emarginato, un escluso dalla società , ma d'altronde sono quasi sempre stato un introverso , un solitario e uno asociale, non capendo sin da adolescente , sarà un mio limite, tutto sto correre della gente verso una metà che manco loro sanno cosa sia o debba essere veramente.Per cui l'avere pochi amici , non frequentare gruppi di persone non mi è mai pesato molto , al contrario della sofferenza provata per la sparuta presenza di donne , dato che per quelle devi avere almeno uno stipendio e altre cose da esso dipendenti. Quando ero e vado in giro , mi diverto un sacco a vedere come tanti imbecilli corrano a destra e a manca come dei forsennati ,complessivamente ,per avere del denaro con cui comprano poi spesso cose delle quali diventano schiavi e che li fanno correre sempre di più sempre più in fretta , come criceti su una ruota di una gabbia.E purtroppo , alla faccia del romanticismo che fa parte di me, tra quelle "cose possedute" ci sono spesso anche le mogli e i figli dei criceti in gabbia in questione.Oggi ho 48 anni ,sono ufficialmente disoccupato da 5 anni, vivo ancora in famiglia , non ho moglie, nè figli, nè fidanzata,nè amici ,nè vita sociale,nè parenti da frequentare, soldi , carriera , LCD da 40 pollici , auto ecc ecc ,non ho praticamente niente o comunque poco , ma non rinnego assolutamente nulla di quello che ho fatto o che mi sono rifiutato di fare per rimanere, come sempre sarò , un uomo libero senza rimpianti ed essendo arci felice di aver vissuto la propria vita senza essermi mai arreso ad essere come un pollo di batteria . Viver la vita come te la vogliono far vivere gli altri e il sistema è la più alta offesa a se stessi e al significato stesso della presenza dell' Uomo su questo pianeta .Anche cinque minuti fa , che ero sul balcone e guardavo in strada e è stato più forte di me ed ho pensato : "Correte , correte, coglioni , che tanto la fine della corsa arriva pure per voi , che invece di usare l'esistenza anche per pensare a come viverla veramente , vi siete tenuti il giogo sul collo ed avete continuato a trottare come robottini spesso inutilmente per tutta la vostra vuota vita" M.U.
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