domenica 31 dicembre 2017

Quando Capodanno durava tre mesi

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L'uomo moderno negli ultimi 200 anni ha fatto grandi conquiste in termini tecnologici e materiali, ma ha perso contemporaneamente la cosa più preziosa che aveva: il tempo libero.


A dire il vero, basterebbe fermarsi un attimo a riflettere su cosa significhi "tempo libero" per capire al volo che ciò significa che tutto il resto del nostro tempo non lo è...


Alla fine dell'anno il contadino di una volta che coltivava un acro (4000 metri quadri) passava i mesi di gennaio, febbraio e marzo a caccia di conigli sui monti.

Anche se lo chiamavano povero, aveva nondimeno questo genere di libertà. 



Scrive un contadino giapponese divenuto celebre in tutto il mondo per il suo modo rivoluzionario di fare l'agricoltura:


"Le vacanze di Capodanno duravano circa tre mesi.

Un pò alla volta cominciarono ad essere ridotte a due mesi, un mese e adesso Capodanno è diventato una vacanza di tre giorni.

La riduzione delle vacanze di Capodanno dimostra come sia diventato occupato il contadino e come abbia perso il suo tranquillo benessere fisico e spirituale. 

Nell'agricoltura moderna un contadino non ha tempo di scrivere una poesia o comporre una canzone.

L'altro giorno, mentre stavo facendo pulizia nel piccolo tempio del villaggio, fui sorpreso notando delle targhette appese al muro. Togliendo la polvere e osservando le lettere pallide e sbiadite, riuscii a decifrare dozzine di poesie haiuku.

Anche in un villaggio piccolo come questo venti o trenta persone avevano fatto composizioni hauku e le avevano presentate comeofferte. Questo è quanto la gente degli spazi aperti aveva nella sua vita nei vecchi tempi. Alcuni dei versi devono essere vecchi di secoli fa. 

Perciò erano stati scritti con tutta probabilità da contadini poveri, ma che avevano ancora il tempo di scrivere l'haiuku.

Adesso non c'è nessuno in questo villaggio che abbia abbastanza tempo di scrivere poesie. Nelle ore di svago, adesso, la televisione è al centro dell'attenzione, e non c'è assolutamente tempo per le semplici attività creative che rendevano ricca la vita quotidiana del contadino.


Tratto dal libro: "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka

Ma non solo in Giappone era così!
Perché anche i contadini italiani, francesi, inglesi, tedeschi ecc vivevano così, e correggo ancora, non solo i contadini, ma l'intera società di allora viveva lunghe vacanze.

I mesi invernali infatti significavano sostanzialmente una cosa: inattività! 

Le terre gelate non potevano essere coltivate, la Natura non dava i suoi frutti e come gli animali entrano in letargo concedendosi un lungo e rigenerante riposo, così l'uomo che ancora seguiva la Natura, si concedeva riposo, dormendo molto e dedicando tutto quel tempo libero alla creatività, dipingendo, scrivendo, costruendo o meglio ancora, contemplando il creato, riflettendo, pensando, fantasticando, tutte "arti" oggi dimenticate, poiché non collegate al denaro, al profitto o alla carriera.

Eppure, ancor oggi lo sappiamo nel cuore, sono proprio quelle inattività a renderci felici, a portarci ad uno stato d'animo di pace interiore, e forse è proprio per questo che le vacanze nei secoli vennero accorciate sempre di più, per allontanarci da noi stessi in modo tale che le nostre menti fossero indirizzate solo alla produzione, all'infinito lavoro e agli infiniti acquisti. br>

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