La gente dice sempre:
“Dopo i vent’anni il tempo vola.”
In realtà non è il tempo a volare, ma è l’entusiasmo che è andato perduto. Perché dopo i vent’anni il tempo vola?
Perché non si scopre più nulla, non ci si meraviglia più di nulla, non ci si emoziona più di nulla, non si fanno più le cose per la prima volta.
Il tempo durante la gioventù significa divertimento, gioia, forti emozioni, baci, tante amicizie, tanta avventura, mentre il tempo nel mondo degli adulti significa perlopiù impegni, doveri e preoccupazioni, ecco perché il tempo dopo i vent’anni vola, perché non rimane più nulla d’interessante da ricordare, i giorni passano dannatamente uguali agli altri.
Noi crediamo che la nostra società sia bella ed evoluta, ma continuiamo a ignorare che questa società, di cui andiamo tanto fieri, ci ha reso insensibili di fronte alla sofferenza altrui.
I nostri metodi d’insegnamento si affidano sulla paura di rimanere bocciati, di deludere i propri genitori o di cambiare classe, perdendo così i compagni, cui ci eravamo affezionati lungo il corso dell’anno scolastico.
Questi metodi sono barbari e primitivi perché non motivano l’alunno a impegnarsi, ma lo umiliano soltanto.
Dicono che l’istruzione ci rende liberi, liberi si, ma di lavorare fino alla vecchiaia nell’attesa di meritarci la nostra misera ricompensa, la pensione.
Dopo tanti anni di sacrifici nello studio guadagneremmo la libertà di poter scegliere un lavoro che ci ruberà gran parte della nostra vita, che magnifica prospettiva! Non trovate?
Questa sostanzialmente è la nostra
grande libertà, la libertà di scelta
tra una gabbia e una gabbia.
Come possiamo sperare di migliorare il mondo fintanto che educhiamo i nostri bambini a conformarsi a questo sistema malato?
Una volta finita la scuola e immersa nel mondo del lavoro, molto difficilmente una persona si porrà più delle domande, ma al contrario, tenderà ad accettare tutto ciò che gli è proposto come sacrosanta verità, perché gli è stato insegnato che la verità va sempre ricercata lontano da se stessi…
"Le persone hanno delegato le loro anime ai preti,
la salute ai medici, i soldi ai banchieri e i figli
alla scuola, e così hanno smesso
di controllare la propria vita."
Raymon Grace
Testo tratto dal mio libro "Di riposo non è mai morto nessuno".
Daniele Reale
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