Terzo pensiero - Crescendo
Cari fratelli,
fuori dalla finestra la primavera accompagna le mie lettere, mentre me ne sto qui seduto a scrivervi, rievocando i miei ricordi.
Oggi vi voglio raccontare di quando i miei genitori terrestri mi mandarono presso un grande edificio che i terrestri chiamano “scuola”. I primi giorni ero davvero felice di andare in quel posto perché avevo modo di conoscere tanti bambini e bambine come me, e questo mi riempiva di gioia.
Per me era un modo per conoscere
nuove anime e coltivare quello splendido sentimento che è l'amicizia.
Ricordo che quando qualcuno di noi si distraeva, fantasticando o chiacchierando con il proprio compagno di banco, improvvisamente veniva rimproverato e a volte punito con castighi e note sul registro.
I castighi erano per esempio aumentare i compiti per casa o il numero delle pagine da studiare, a volte venivamo semplicemente sbattuti fuori della porta, emarginati nei corridoi.
Le note invece erano comunicazioni scritte dai professori ai genitori del bambino interessato, dove s‘invitata a una maggiore disciplina e severità.
Lo so, questi metodi nel nostro pianeta sono considerati barbari e primitivi, eppure qui sulla Terra si usano ancora e di conseguenza i bambini crescono pieni di inutili sensi di colpa, per aver deluso insegnanti e genitori.
Queste scuole terrestri assomigliano molto ai luoghi di lavoro degli adulti, ci sono, infatti, orari e regole da rispettare e a ognuno viene assegnato un posto personale, composto da una sedia per sedersi e un banco dove appoggiare le mani, i quaderni e le penne.
Pensate che per cinque lunghe ore terrestri al giorno, i bambini sono costretti a starsene seduti li, fermi e immobili, ad ascoltare le lezioni dei professori che spesso non coincidono alla realtà dei fatti.Per esempio, in queste scuole vengono chiamati eroi, quelli che noi definiamo assassini e criminali.
Gli insegnanti terrestri chiamano eroi gli uomini che hanno conquistato terre lontane con l'inganno, la forza e la violenza.
Nei loro libri di storia vengono elogiati come dei grandi conquistatori, ma quel che è peggio cari compagni galattici, è che i terrestri addirittura innalzano statue giganti ai maggior criminali della loro storia, dedicando poi loro anche vie nelle strade, onori e riconoscimenti.
Al contrario del nostro pianeta,
lo scopo di queste scuole non sembra
esser quello di istruire, ma quello
di trasformare un imprevedibile,
meravigliosa e unica creatura dell'universo,
in un semplice e scontato ruolo sociale.
Agli angoli delle strade ci sono persone povere che vivono di elemosina, di giorno si nutrono con gli avanzi di cibo trovati nella spazzatura e la notte dormono sotto i cartoni, con temperature che scendono spesso di molto sotto gli 0°.
Dov'è il rispetto per questi esseri viventi?
Ora sono abbastanza maturo da affermare che l'istruzione attuale degli esseri umani è ancora molto antiquata, è un tipo d’istruzione che mira solo a farti diventare un ingranaggio della società, utile solo a guadagnarti da vivere, ti insegna a diventare un buon uomo d'affari, un lavoratore infaticabile e produttivo, ma allo stesso tempo non ti insegna nulla sui valori universali come l'amicizia e l'amore, né ti insegna a sviluppare la tua propria originalità, anzi, al contrario la distrugge.
Infine ho potuto notare come durante esami e verifiche, sia premiata la memoria di un individuo e mai invece l'intelligenza.
Tutti non fanno altro che riportare il contenuto dei libri studiati in un foglio bianco, senza mettere in discussione nulla del contenuto.
Le scuole umane mi ricordano tanto
le fotocopiatrici, dove inserito un disegno,
ne escono centinaia tutti perfettamente uguali.
Io sono uno di quelli, trovo sempre qualcosa da criticare in questo mondo, ma è appunto il mio spirito critico a spingermi a immaginare un mondo migliore anche qui sulla Terra, gli altri invece si limitano ad accontentarsi della realtà a loro proposta.
Se io fossi un professore terrestre, per prima cosa insegnerei ai miei alunni a studiare se stessi, per comprendere al meglio poi i propri simili.
Direi loro di continuare a dipingere, anche fuori dal foglio se ne sentono il bisogno e di pasticciare le facce dei propri amici di tanti colori, così che imparino l'arte divertendosi.
I miei compiti per casa, sarebbero questi:
Passare almeno due ore al giorno a giocare all'aria aperta, costruire collane di fiori e foglie da donare ai passanti, fare una lista mensile di cose nuove da fare, illustrare le proprie emozioni attraverso forme e colori, riposare all'ombra di un albero e scrivere le lezioni apprese dal proprio silenzio interiore.Ci sentiamo, un abbraccio spaziale a tutti voi.
Quello che avete letto è il terzo capitolo del mio libro "Lettere dalla Terra".
Se desideri acquistarne una copia, contattami su una delle mie pagine facebook:
- https://www.facebook.com/Daniele-Reale-1501854623408094/?fref=ts
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Daniele Reale
Leggere queste parole mi conforta , le condivido pienamente
RispondiEliminaDai su, allora non siamo in cosi pochi a sentirci diversi e a disagio in questo mondo, un mondo costruite su errati valori.
RispondiEliminauna mattina mia figlia mi ha chiesto "mamma perchè vado a scuola?" .....lunga pausa di silenzio, non sapevo davvero cosa risponderle.
RispondiEliminaDio mio, che disastro la scuola! Meno male che lo Stato la sta distruggendo un po' alla volta e, alla fine, riserverà questi tormenti solo a poche persone - i figli dei ricchi e dei potenti.
RispondiEliminaDio mio, che disastro la scuola! Meno male che lo Stato la sta distruggendo un po' alla volta e, alla fine, riserverà questi tormenti solo a poche persone - i figli dei ricchi e dei potenti.
RispondiEliminaMi spiego meglio. Tutte queste menate sulla scuola autoritaria, omologante, ecc. mi sembrano tutte stronzate. Se vai in palestra per imparare uno sport, nessuno si straccia le vesti se l'istruttore ti dice cosa fare e richiama all'ordine i rompicoglioni: tutti hanno chiaro che l'obiettivo è fornire all'individuo un'abilità di cui è privoj non si è venuti lì per giocare. Se invece si tratta di far apprendere agli individui le strutture di base della conoscenza, senza le quali si può solo essere sudditi o schiavi, allora levati cielo! Esce subito l'articolista di turno che, sentendosi iperrivoluzionario, fa articoli come questo che appoggiano di fatto le politiche statali di rincoglionimento della popolazione. Cosa si propone come alternativa alla intera istituzione scolastica? Invece di dire che occorrerebbe che i libri di storia fossero meno proni all'ideologia del potere, si propone di abolire l'educazione in quanto tale è di sostituirla con forme puramente ludiche. In pratica, la riforma scolastica "vitalistica" messa in atto durante il nazismo, che dedicò due ore quotidiane all'attività fisica.
RispondiEliminaMi spiego meglio. Tutte queste menate sulla scuola autoritaria, omologante, ecc. mi sembrano tutte stronzate. Se vai in palestra per imparare uno sport, nessuno si straccia le vesti se l'istruttore ti dice cosa fare e richiama all'ordine i rompicoglioni: tutti hanno chiaro che l'obiettivo è fornire all'individuo un'abilità di cui è privoj non si è venuti lì per giocare. Se invece si tratta di far apprendere agli individui le strutture di base della conoscenza, senza le quali si può solo essere sudditi o schiavi, allora levati cielo! Esce subito l'articolista di turno che, sentendosi iperrivoluzionario, fa articoli come questo che appoggiano di fatto le politiche statali di rincoglionimento della popolazione. Cosa si propone come alternativa alla intera istituzione scolastica? Invece di dire che occorrerebbe che i libri di storia fossero meno proni all'ideologia del potere, si propone di abolire l'educazione in quanto tale è di sostituirla con forme puramente ludiche. In pratica, la riforma scolastica "vitalistica" messa in atto durante il nazismo, che dedicò due ore quotidiane all'attività fisica.
RispondiEliminaPresente. Tre anni fuori corso all'università statale per due materie che un gruppo di professori ha deciso di non farmi passare. Motivi? Reali nessuno, a parte il fatto, come è stato dichiarato in questo articolo, che alla maggior parte degli insegnanti non va a genio lo studente che non sciorina a memoria i testi, ma li rielabora facendoli propri. E poi se la legano al dito.
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