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lunedì 3 dicembre 2018

Lavora e taci...schiavo !

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Arriverà il giorno che i giovani menefreghisti d'oggi arriveranno a 50 anni, si guarderanno attorno e diranno:

- "Cosa ci faccio ancora qui? Ho altri 25 anni di lavoro dentro a queste mura! Lo stipendio non è aumentato, anzi, con inflazione arrivo a stenti a permettermi la pizza una volta al mese. Un tempo mi chiedevano di fare lo straordinario il sabato, oggi il sabato è diventato un giorno di lavoro OBBLIGATORIO, e cazzo, ora sono stanco per lottare, non ne ho le forze, non ne ho la voglia."

E ora?

E ora guarda il tuo compagno di lavoro, quello che da giovane lo credevi un poco di buono, uno scansafatiche, uno che si lamenta sempre, allora, quando avevate 20 anni lui era in prima fila per lottare per un modo di vivere giusto, predicava il part-time per tutti, stipendi più dignitosi, il riconoscimento dei lavoratori come ESSERI UMANI, predicava uguaglianza e rispetto, ma tu lo credevi pazzo o suonato.

E ora anche lui, per COLPA TUA, ha perso la voglia e l'entusiasmo di lottare, lavora e tace, consapevole che le cose sarebbero potute andare diversamente se Tu ci credevi, ma tu non ci hai creduto, hai lasciato decidere il tuo futuro a uomini spietati.

E ora? Ora TI FOTTI.


Nel frattempo in Francia c'è un popolo unito che lotta e che tra 20 anni avrà condizioni di lavoro più dignitose delle tue...


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lunedì 19 novembre 2018

Il programma occulto della scolarizzazione

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'...il sistema scolastico ha dappertutto la stessa struttura, e dappertutto il suo programma occulto produce gli stessi effetti. Invariabilmente, esso plasma il consumatore che apprezza i prodotti istituzionali più dell'aiuto non professionale del vicino.

Dappertutto il programma occulto della scolarizzazione inizia il cittadino al mito dell'efficienza e benevolenza delle burocrazie guidate dalla conoscenza scientifica. Dappertutto questo stesso programma instilla nell'allievo il mito che una produzione maggiore assicurerà una vita migliore. E dappertutto crea l'abitudine al consumo frustrante di servizi e alla produzione alienante, l'assuefazione a dipendere dalle istituzioni e l'accettazione delle gerarchie istituzionali. Il programma occulto della scuola realizza tutto questo nonostante gli sforzi in senso contrario intrapresi dagli insegnanti e qualunque sia i l’ideologia dominante.


Risultati immagini per sistema scolasticoIn altri termini, le scuole sono sostanzialmente simili in tutti i paesi, siano essi fascisti, democratici o socialisti, ricchi o poveri, grandi o piccoli. L’identità dei sistemi scolastici ci costringe a riconoscere la profonda identità, su scala mondiale, del mito, dei modi di produzione e dei metodi per il controllo della società, nonostante la grande varietà di mitologie nelle quali il mito si esprime.

Alla luce di questa identità, è illusorio sostenere che le scuole siano, in senso non superficiale, delle variabili dipendenti. 

Ne consegue che è anche un'illusione sperare in un cambiamento sostanziale del sistema scolastico per effetto di un cambiamento sociale o economico di tipo convenzionale. Questa illusione, tra l'altro, assicura alla scuola, cioè all’organo di riproduzione della società dei consumi, un'immunità quasi incontestata'.

Ivan Illich

giovedì 11 ottobre 2018

Da stagista malpagato a sgobbatore professionista, ecco la "carriera" dell'italiano medio.

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Questo mondo è una farsa, una grande messinscena e tutto è studiato fin nel più piccolo dettaglio per farci credere che siamo fortunati a vivere come viviamo.

A partire dalle pubblicità, dove la famiglia modello (minimo 3 figli) si alza felice e spensierata con il sole che entra dalle finestre ed esce di casa pronta per affrontare la giornata di lavoro con  il sorriso stampato in faccia, fino all'uso indiscriminato della NeoLingua orwelliana che ha saputo abilmente distorcere i termini e re-inventarli in una versione più soft, prendiamo esempio le guerre ora chiamate missioni di pace o i mezzi d'informazione, quali tv e giornali, dove le notizie sono in sostanze le stesse, proveniente dalla stessa matrice ma scritte in modo diverso, ecco tutto è menzogna, tutto è distorto, contraffatto.

...A partire dalle nostre vite che ci hanno convinti procedere sempre in salita, mentre invece spesso sono trascinate e odiose.



Esagero? Penso negativo? Sono pessimista?



Può darsi, come può darsi che voi avete ancora il prosciutto negli occhi e per comodità, o per paura, ci tenete a non levarlo di dosso.


Risultati immagini per schiavo modernoPrendi un qualsiasi giovane d'oggi, nato in una famiglia comune, con alle spalle una scuola superiore e due genitori comuni senza la minima influenza sociale, che fa? Naturalmente cerca lavoro presso un'agenzia di collocamento, e già qui ti fanno esser grato di averlo trovato, non prima di averti fatto sudare a forza di chiamate e vari cul-ricculum compilati.

Ecco, arriva la grande proposta, la tanto sperata opportunità di entrar a far parte del mondo del lavoro e poter iniziare così una carriera che possa renderti autonomo e felice.




Eccoti servito giovane! 

Ti va uno stage molto sotto-retribuito di una durata minima di 6 mesi, in cui guadagnerai 400-500 euro al mese con la scusa che intanto impari il mestiere, anche se per imparare quel mestiere tutto sommato non ci vogliono più di due giorni?!

E come non accettare? Anche perché se non accetti il tuo posto lo prenderà un'altro e tu rimarrai senza lavoro...Suona come un ricatto vero? Ebbene lo è.

Ora fatevi un breve calcolo di quanto un'azienda guadagni in quei 5-6 mesi di stage in termini di spudorato profitto, calcolando che la stessa assuma almeno 20 giovani pagati un quarto di un operaio normale e calcolando che già un operaio normale guadagna circa 1/30 di quello che produce!!




E che prospettiva di carriera rimane ai giovani d'oggi? 




Risultati immagini per schiavo modernoChe da stagisti malpagati semplici possono ambire a diventare in futuro degli sgobbatori seriali, dei professionisti della fatica e dei sacrifici costretti a produrre fino alla vecchiaia, fino all'annullamento delle proprie facoltà sia mentali che fisiche, tra la stanchezza e lo sconforto di mansioni monotone, alienanti, deprimenti che mirano con il terribile giogo delle otto ore giornaliere ad annullare l'individuo spiritualmente, facendogli perdere per sempre il senso della vita.

Questa in sostanza è la carriera che spetta alle classi povere del Paese, non solo dell'Italia ma del mondo intero.

E se i giovani non prendono coscienza di questo, destineranno a loro volta i loro figli a questa vita spendacciona, senza tempo e regolata da sveglie, capi ed orologi. 

martedì 25 luglio 2017

Addio cartellino, al lavoro si entra con il microchip (da bravi schiavi)

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Negli U.S.A, dal primo agosto 2017, l'azienda americana Three Square Market installerrà dei microchip sottopelle ai propri dipendenti che andranno a sostituire i già umilianti "cartellini" da timbrare all'entrata e all'uscita, e non c'è voluto molto per convincere questi lavoratori a farsi marchiare come cani.

E' bastato infatti dire loro che questa nuova tecnologia gli permetterà non solo di entrare più veloci nei reparti di produzione, ma anche di acquistare più velocemente il cibo chimico-industriale dei distributori automatici presenti all'interno degli stabilimenti.

I chip grandi quanto un chicco di riso, avranno un costo iniziale di 300 dollari e dovranno essere installati sottopelle precisamente sopra al palmo della mano che sta fra il pollice e l’indice...




Non vi ricorda qualcosa?

...Ma si! L'Apocalisse di Giovanni ! 
Precisamente i versetti (13:16-17):


"Inoltre faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla loro mano destra o sulla loro fronte, e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio o il nome della bestia o il numero del suo nome."



Proviamo a tradurre il versetto:


«Inoltre faceva sì che a tutti fosse impiantato un microchip sulla loro mano destra e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il microchip»

L'apocalittica profezia si sta dunque avverando?

Pare proprio di si, e a quanto pare questo è solo l'inizio, la fine dell'Essere Umano.



Risultati immagini per apocalisse microchipIn Svezia i lavoratori di alcune aziende sono stati invitati ad aderire ad una sperimentazione.  «I dipendenti delle aziende che hanno sede nell’Epicenter di Stoccolma possono farsi iniettare nella mano un minuscolo dispositivo a radiofrequenza con cui aprire le porte ma anche attivare ascensori e fotocopiatrici. E in futuro potrà servire anche per pagare il pranzo o il caffè nel bar del palazzo, che si autodefinisce “casa dell’innovazione” e ospita soprattutto società high tech»…..

….Tanti stati e anche l’Italia stanno cercando in tutti i modi di limitare il contante, di spingere con i pagamenti elettronici, di incrociare i dati personali e di fare un’unica banca dati. 

Qui elenco una serie di provvedimenti che sono di doppio uso: possono rendere la nostra società più evoluta e possono limitare la libertà dell’individuo di fronte a una decisione dell’autorità.

1) conto corrente obbligatorio per i pensionati

2) limitazione dell’uso del contante

3) uso delle carte di credito

4) obbligo di POS per tutti i detentori di partita iva

5) cartella sanitaria digitale

6) scontrino parlante per i farmaci acquistati in farmacia

7) dati bancari dei conti correnti che confluiscono in un calcolatore centrale nazionale

8) dati delle varie agenzie nazionali che confluisco in un unico calcolatore centrale nazionale

9) scontrino digitale in cui tutti i nostri acquisti confluisco in un calcolatore centrale

10) scatola nera inserita nelle automobili per pagare meno le assicurazioni

11) riconoscimento delle targhe delle auto mediante le telecamere cittadine

12) riconoscimento del volto fatto mediante le telecamere cittadine
ogni cellulare invia i dati di dove siamo alle compagnie telefoniche
ogni smartphone ha un GPS che invia i dati della nostra posizione alle agenzie USA come ha mostrato l’attivista Snowden


13) prime sperimentazioni del microchip sottocutaneo



Seconda parte dell'articolo estratta da: https://www.rischiocalcolato.it/2015/03/microchip-apocalisse-1316-17.html

venerdì 10 febbraio 2017

BELGIO: 8 schiavi modello si fanno impiantare il microchip in sostituzione del Budge


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Un nuovo inquietante passo verso la Dittatura Mondiale è stato compiuto, questa volta in Belgio, dove otto schiavi modello si sono offerti volontari per farsi impiantare un microchip sottopelle in sostituzione permanente del badge.

Il direttore dell'azienda VRT ha detto:



"La tecnologia rende più facile la nostra vita quotidiana. 
Non bisogna provarne paura, è sufficiente sperimentarla"


Certo, contando che i lavoratori da sempre vengono considerati dai loro padroni non come "esseri umani" ma come macchine produttive salariate, l'idea di impiantare loro un microchip risulta più che normale, tanto quanto a noi lo è microchippare il nostro cane al guinzaglio...


Alexis Deswaef, presidente della Lega dei diritti dell'uomo in Belgio, è preoccupato. "Si tratta di un pericolo reale. Si tratta di uno strumento di controllo totale. Siamo in grado di sapere a che ora il dipendente ha iniziato a lavorare e quando ha fatto la sua pausa sigaretta. Analizzeremo poi se è stato abbastanza produttivo? Cosa faremo con i dati raccolti? In futuro venderemo un po' del diritto alla privacy per una maggiore sicurezza o comodità?".





Apocalisse 13:16-18


"Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome."






Tuttavia, la cosa più preoccupante non sono certo le aziende che vogliono la perfezione del servilismo sociale ai loro piedi, ma gli allocchi idioti che accettano di farselo impiantare.

 Si calcola che nel mondo ci siano già 50/60mila lavoratori “chippati” sottopelle...

In Italia arriverà presto e gli allocchi si presume saranno davvero tanti...


Del resto cosa aspettarsi da un Paese 
che non sa nemmeno più immaginarsi la Libertà?



Proporre loro il microchip sottopelle sarà facile, basterà raccontar loro qualche nuova favoletta e gli schiavi si offriranno volontari per diventare ancora più schiavi:






giovedì 9 febbraio 2017

SCOLARIZZATI CRONICI

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Di Cloud's Walden: 


Tanto tempo fa si pensava che la scolarizzazione e l'alfabetizzazione avrebbero risolto i problemi del sottoproletariato e aiutato i proletari a vivere meglio. 

Poi il sistema ha inventato la scolarizzazione forzata di massa, tutti gli ingenui hanno ringraziato, ma non è successo un cazzo, la miseria persiste, i ricchi sono sempre più ricchi, le masse scolarizzate non reagiscono, ma la gente pensa ancora che la scolarizzazione e l'alfabetizzazione siano la panacea di tutti i mali. Sto dentro una gabbia di idioti, non c'è dubbio, anzi, di scolarizzati cronici.


Ma poi, voglio chiedere, se lo scrivere bene è ritenuta una capacità indispensabile in questa società, qualcuno può dirmi per favore quali sarebbero le qualità umane di un perfetto letterato? 


Cioè, altrimenti detto, esiste forse una corrispondenza tra alfabetizzazione e qualità umane? 


Se non è ancora chiaro, dico: si è tanto più giusti e umani quanto più si cononscono la grammatica e la sintassi? davvero? 


E allora un analfabeta, per conseguenza, è da considerarsi un subumano o un animale come nel medioevo? 




E viceversa, vorrei ricordare che i peggiori dittatori usavano e usano benissimo la grammatica. 



Io vedo che gli atti più disumani e criminali in questa società li organizzano proprio quelli che sanno leggere e scrivere e che vengono posti sugli scranni più alti.


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martedì 6 dicembre 2016

Non c'è niente che un servo non sia disposto a fare per il suo padrone, persino morire, e la storia ne è zeppa di popoli asserviti.

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Di Cloud's Walden:




Non c'è niente che un servo non sia disposto a fare per il suo padrone, persino morire, e la storia ne è zeppa di popoli asserviti. 


Un servo, che sia davvero un servo e non invece una persona con qualche 'strana idea nella testa', riesce anche a costruirti una piramide, ma che dico! una valle di piramidi! 


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Riesce a progettare armi di distruzione di massa, stazioni spaziali orbitanti, città enormi, e strade lunghissime, infinite! Riesce ad estrarre minerali dal sottosuolo e a trasformarli per mezzo di industrie, che egli sa costruire e in cui sa lavorare per produrre una quantità di ricchezza tale da riempire forzieri colossali, privati, non suoi. 

L'abnegazione e l'efficienza di un vero servo non trova eguali in tutto l'universo, egli fa tutto, sa fare tutto, se questo tutto gli viene ordinato dal padrone. 


Risultati immagini per servi e padroniPerò se tu prendi questo servo e tu, che sei un altro servo ma con qualche idea strana di libertà in testa, gli dici di autogestirsi la vita, quello ti dirà che è impossibile farlo, ti dirà che ci vuole per forza qualcuno che lo governi, che lo diriga, perché -aggiunge- un popolo non sa fare niente senza una guida, senza un fuhrer, senza un duce, foss'anche un governo democratico-parlamentare. 

Un servo, in buona sostanza, ma che sia un vero servo, non è altro che una formazione biologica addestrata culturalmente ad obbedire agli ordini di un padrone, addestrata a difenderlo, e soprattutto a perpetuare questo stato di cose che lo schiavo ha imparato a definire 'società civile'. 

Oggi il padrone ha ordinato al servo di andare a porre una X su un pezzo di carta, quel pezzo di carta che lo ha sempre illuso, e che lo illuderà ancora. Che cos'è l'illusione? L'illusione è tutto quel che un vero servo vuole dai padroni. Il servo prima vuole dei padroni, e poi da questi illusioni, e sempre ottiene e gli uni e le altre. E' storia!

Cloud's Walden

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martedì 25 ottobre 2016

Il "ritorno alla terra" è una menzogna dei media di regime

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Il "ritorno alla terra" è una menzogna
 dei media di regime

di Alessandro Riganelli – Imprenditore agricolo:



In un contesto sociale di arrivismo spietato, di sgomitatori seriali, di imbucati e imbucatori, di partitismo che annienta la meritocrazia, di sovrastrutture finanziarie che giocano con l’economia reale e di perdita di valori, la fiaba bucolica del “ritorno alla terra” riscuote enorme successo. 


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Nell’immaginario collettivo, infatti, la figura del giovane agricoltore rappresenta la fuga dal degrado, dall’omologazione culturale, una sorta di eremitismo depurativo.



Lo sanno bene i burattinai dei media, colletti bianchi che da anni succhiano linfa dall’agricoltura e che, data la chiusura massiccia delle partite iva agricole, si vedono costretti a usare degli escamotage per reperire nuovi adepti, freschi e ingenui. 




Già, perché il bilancio dell’economia agricola italiana è tutt’altro che roseo: dal 2013, 
chiudono 60 aziende al giorno.


Una crisi che sta mietendo vittime in tutti i comparti agricoli. 
Risultati immagini per ritorno alla terraDalla frutticoltura, che vede sparire agrumeti in zone vocate come la Sicilia, alla cerealicoltura, ostaggio di mercati impietosi che ad oggi quotano il grano tenero a 14 miseri centesimi al kg, fino al settore del latte. Storie di volatilità dei mercati, di GDO che strozza produttori e li tiene in ostaggio, di burocrazie elefantiache, di sciacallaggio da parte dell’industria agroalimentare che, per pochi spiccioli, preferisce importare prodotti dall’estero invece che valorizzare il Made in Italy di qualità. 


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Storie di fondi europei che, mentre dovrebbero garantire stabilità  e opportunità di sviluppo alle aziende, alimentano apparati ed enti a volte ridotti a veri e propri carrozzoni, serbatoi di voti alla mercé della politica, gestiti senza una visione lungimirante.

Sull’Informatore Agrario, il Prof. Angelo Frascarelli ha sollevato il tema in un editoriale dal titolo lapidario: “Diciamoci la verità, l’agricoltura arranca e va rinnovata a fondo”. 

Un articolo in cui ha messo in fila una volta per tutte i dati reali del settore primario del nostro Paese. Il valore della nostra produzione agricola, dice, in dieci anni è cresciuto del 14%, in Europa del 22%. L’occupazione continua il suo inesorabile declino, con un tonfo di meno 100mila occupati in dieci anni. I redditi agricoli in Italia sono aumentati del 14%, mentre in Europa del 40%. In generale, l’export dell’agroalimentare è in crescita, ma quello delle materie prime è in caduta costante.   

Una crisi che attanaglia da anni il settore, ma che riesce sempre a passare in sordina, sconfinata in trafiletti brevi tra le ultime pagine dei giornali, per far spazio all’idea romantica che esalta il fantomatico ritorno dei giovani alla terra. 

Belle storie, di laureati, con tanto di foto col sorriso, che lasciano la caotica quotidianità per dedicarsi al piccolo appezzamento di terreno di famiglia. Chissà perché, da anni abbandonato. Storie di fantasia che stimolano la fantasia altrui. Piccole realtà – perché più si è piccoli e più il frazionamento giova al retroscrivania – per tesseramenti, per la gestione dei fascicoli e, via via, per tutta la matassa burocratica che mantiene in vita l’unico settore florido della nostra economia necessario a sbrogliarla: i servizi.

Voglio a tal proposito riportare una citazione del libro “Nella valle senza nome, storia tragicomica di un agricoltore” di Antonio Leotti: “A questo punto, faccio un appello ai giovani. Lo faccio? Ma sì, lo faccio: diffidate della retorica sulla campagna, soprattutto se si tratta di campagna toscana, diffidate di chi vi esorta a ritornare ai mestieri della terra. Ve lo dice un vecchio delinquente. 

A meno che non abbiate ingenti capitali, eredità da sperperare o, al contrario, non vogliate lavorare come semplici operai, godendo in questo caso di tutte le deliziose durezze del mestiere più bello del mondo senza troppe responsabilità, lasciate perdere. 



E non credete a quello che dicono i media, 
non credete a questa storia che 
i giovani tornano in campagna. 


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Ma dove sono? Io non ne ho visto neanche uno. 
E fanno bene a non venirci. Cosa ci verrebbero a fare? 
A confrontarsi con i fatturati, davvero degradanti, che l’agricoltura è in grado di esprimere? A farsi il fegato grosso con l’arroganza dei burocrati scelti accuratamente tra le schiere dei sadici patologici?”.

Io che sono imprenditore agricolo, invece, voglio fare un appello ai media. 

Lo faccio? Ma sì, lo faccio: quando vi occupate di settori cardine dell’economia come l’agricoltura, fatelo con metodo se non siete del settore. Approfondite, non fermatevi solo ai comunicati stampa che profondono solo vuoto ottimismo. Non fermatevi nemmeno al comunicato di chi l’agricoltura la rappresenta, perché il legame tra coltivatori e associazioni di categoria si è ormai da tempo ossidato.


Fonte: http://saperefood.it/3dietro-la-fiaba-del-ritorno-alla-terra-lettera-amara-di-un-imprenditore-agricolo11/

martedì 4 ottobre 2016

Gli schiavi non sognano la libertà, ma il vuoto intrattenimento

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Il testo che state per leggere ha più di 100 anni, a voi le conclusioni:



L'operaio esce dalla fabbrica appestante. 
È l'ora della liberazione. Dopo il duro lavoro, un po' di riposo.

Esce, probabilmente stanco, scoraggiato, col cuore pieno di odio contro chi lo tiene così rinchiuso per ore pur di assicurarsi il lusso.


Ma dove dirige i suoi passi? Esce, va, corre verso i chioschi di giornali. Un sorriso di soddisfazione mi sale sulle labbra, egli è stanco, ma ha ancora nel cuore tenace la fierezza umana: va là a cercare l'opuscolo, lo scritto dalle parole rivendicatrici, al fine di entrare in comunione di idee con tutti coloro che soffrono, coi fratelli di miseria, con gli sfruttati di tutti i mondi.

Mi avvicino, pronto a parlare, a stringere la mano a questo sofferente qualsiasi. Lo Sport, dice a voce alta e febbrilmente lo apre. Scorrendolo, se ne va dicendo: «Lo sapevo, ha vinto Tizio, in sella a Re Sole».


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E questo operaio è tutti, è il mercenario, lo schiavo tipo.
Lo Sport, Il Ciclismo, Le Corse, Parigi-Bici e venti altri, ecco l'opuscolo che l'oppresso legge, ecco l'allarme di rivolta che fa risuonare alle sue orecchie. La plebe romana nella sua eccessiva miseria reclamava «Panem, Circenses», pane e giochi, e si avviliva al cospetto di un tiranno.

La Spagna, sotto il dominio clericale, domanda a più non posso processioni ed arene. In Francia, sotto le grinfie del parlamentarismo più umano... per le bestie, più delicato, il popolo vuole corse...

Quei signori, gli schiavi, vogliono giocattoli, e sia: 
gli imperatori costruiscono circhi, la regina di Spagna è presente ad ogni nuova corrida, e il suo eccellente Felisque* presiede il Gran Premio. I romani, gli spagnoli, i francesi si stringono la cintura di un foro e vanno a dormire felici e contenti.


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Così, sfruttatori, borghesi e preti pensano che ancora li attendano tempi felici su questa terra e ripetono una frase degli antichi Galli: «Non temiamo niente, se non che il cielo cada sulle nostre teste».
Pur tuttavia non fidatevi, sotto la calma ingannatrice del mare si agita la tempesta. 

Chi sa, chi sa... e se sotto questa apparente tranquillità il popolo, vostro grande sostentatore, vi propinasse un'ultima minestra?

Albert Libertad (1875 - 1908)

martedì 12 luglio 2016

Agenzie di collocamento: Quando sgobbare diventa un "onore..."




Agenzie di collocamento: 
Quando sgobbare diventa un "onore..."



L’attuale crisi economica è iniziata ufficialmente nell’anno 2008 e con lei sono arrivate le agenzie del lavoroEntrando in questi uffici collocamento, ho notato il crescente degrado cui ci stiamo abituando:

La prima impressione che ho avuto entrando in una di queste agenzie, è stata quella di essere un mendicante che andava elemosinando un posto di lavoro... 


Dentro queste agenzie tanti giovani come me, ansiosi di vendere il proprio tempo in cambio di denaro, bei tempi quelli in cui si andava direttamente in azienda, senza perdete interi pomeriggi tra tutti questi intermediari, dove bisogna saper prostituirsi anche a parole per fare bella figura.

Entri e compili moduli, elencando le tue esperienze lavorative, non bastasse questo, ti chiedono pure tutti i cazzi tuoi, dal primo all’ultimo.

Tua madre che lavoro fa? 

Tuo padre che lavoro fa? 


Hai la patente? 


Sei single?  


Sei sposato? 


Hai dei figli? 


...Mi chiedo, ma a loro cosa interessa se sono sposato e se ho dei figli? 

...A loro cosa interessa che lavoro fanno i miei genitori? 



Probabilmente mi spedirete 
a pulir cessi dalla mattina alla sera 
per tre euro l’ora, ma prima spiegatemi, 
che importanza hanno tutte queste domande?


Finito di elemosinare un lavoro presso l’agenzia di collocamento, verrà poi il turno del colloquio finale presso l’ufficio del futuro “datore di lavoro”, sentite come suona bene questa parola, non sei più tu a produrre beni per l’azienda, ma lui, il datore di lavoro, a darti la possibilità di produrre questi beni. 


Secondo questa logica dei termini dovrebbero però chiamarci tutti datori di lavoro, andiamo a prendere il pane e quindi diamo lavoro al panettiere, andiamo a fare la spesa e quindi diamo lavoro alle commesse, al direttore, a chi fa le pulizie…

Interessante notare fino a questo punto, come stiano cercando in tutti i modi possibili di farci sentire onorati di trovare un lavoro, prima esaltando il nostro ego con domande riservate e personali, poi avvisandoci che il nostro futuro padrone (io mi ostino a chiamarlo così) ci attende nel suo ufficio per parlare con noi. 



Quale onore! 

Anche gli emarginati alla base 
della piramide sociale 
ora possono sentirsi importanti...



Ed eccoci alla fase finale, le fatidiche domande che faranno di noi dei perfetti dipendenti.

Elegante in giacca e cravatta e fiero della sua posizione, il nostro futuro padrone ci chiederà:

“Noi cerchiamo persone serie, volenterose e motivate. 

Noi cerchiamo gente che abbia esperienza nel settore, che sia disponibile ai turni, che sia disponibile a fare gli straordinari e la flessibilità e sia pronta a essere eventualmente reperibile nei giorni festivi, 
nel caso ci fosse bisogno di ulteriore lavoro.” 


E quel bisogno spesso ci sarà…

Ecco il degrado in tutta la sua agghiacciante bellezza, ecco tutto il servilismo del ventunesimo secolo, raccolto in poche righe.

Come si può chiedere a un essere umano, di essere serio, volenteroso e motivato, quando gli si propone di svolgere un lavoro molto probabilmente monotono, stupido, ripetitivo e stressante, che ammazza tutta la sua creatività?

Non c’è equità in questo sistema di padroni e di schiavi, nessuno ha a cuore le nostre vite, noi tutti siamo considerati numeri per l’economia, forza lavoro per il capitale, pecore per le religioni e sangue per le banche.

Daniele Reale (Di Riposo non è mai morto nessuno - Libro non ancora pubblicato)