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martedì 23 novembre 2021

L'economia del Nord Italia? Prospera grazie a contratti precari e stage sfruttativi !!!

 



Quando si parla del Nord Italia, si fa riferimento subito all'efficacia produttiva, alle fabbriche, al benessere dei lavoratori.

>Certo l'economia del Nord è prospera e il lavoro non manca mai, l'occupazione è altissima "quasi" ovunque, tuttavia sotto al tappeto si nasconde la "polvere" della Verità.



Non si dice, per esempio, che nelle fabbriche (soprattutto le più prestigiose e rinomate) si assumono giovani tra i 18 e i 30 anni, con contratti precari che partono da 1 mese, fino a 6 mesi, fino al limite del rinnovo, cui, per Legge, bisognerebbe assumere a tempo indeterminato, cioè fisso, il lavoratore.

Ma è a quel punto che si gioca la carta del " E' calata la produzione..." e si lascia a casa la "risorsa umana" in attesa di essere sostituita da un altro lavoratore "usa e getta".




Poi dicono che i giovani non hanno progetti e sono svogliati !


Fate di tutto perché non abbiamo ne progetti ne futuro...




L'altro punto di forza dell'industria dello sfruttamento norditalico sono gli stage formativi, vere e proprie forme di sfruttamento legalizzato, in cui di assumono da 1 a 6 mesi,, il bisognoso di lavoro di turno, con la promessa che finito il tirocinio, avrà un contratto regolare (e una paga decente).


La vergognosa e ignobile scusa dell'imparare il mestiere, per mansioni che spesso non richiedono neppure 3 giorni di lavoro, ma solo poche ore, com'è il caso delle fabbriche dove si inscatola, si assembra o si fa qualsiasi azione monotono/ripetitiva che anche l'ultimo degli scemi impara presto a fare, è spesso la scusante che le agenzie di lavoro, con la complicità delle aziende assuntrici, usano con il malcapitato di turno, che non ha altra scelta che accettare, pur di portare a casa il pane...



Questi stage formativi, non sono altro che lavoro a bassissimo costo, la paga infatti si aggira tra i 3 e i 5 euro l'ora, il tutto condito dalla totale assenza di contributi pensionistici, ferie e permessi maturati. Una vera e propria vergogna e abuso del lavoratore, che permette ad aziende e agenzie, guadagni altissimi.


Pensate solo ad una qualsiasi fabbrica che assume, nel corso di un anno, anche solo una decina di lavoratori tramite stage formativo, i quali lavoreranno quanto e forse più degli altri operai, ma che non peseranno nulla in quanto a tasse e contributi all'Azienda, e che soprattutto percepiranno in quei mesi, un salario ridicolo, che serve solo a coprire le spese di trasporto del lavoratore, in pratica uno SCHIAVO  a norma di Legge !




>Insomma, sotto al tappeto dei ricchi industriali, ci siete voi, voi giovani e voi tutti lavoratori precari, siete la polvere da nascondere.

Siete voi, i ricattabili che hanno bisogno di lavorare, che creano ricchezza al settore produttivo, e se vi sentite impotenti almeno quanto me, perlomeno rendete pubbliche le vostre sventure e i vostri sfruttatori !


Facciamo sapere al mondo che mentre le grosse aziende fanno bella figura, dietro ci siamo noi sfruttati e malpagati, o peggio non pagati.

venerdì 9 luglio 2021

Il Lavoro? Un'Alchimia involutiva che trasforma la vita in sopravvivenza.





 LA PIGRIZIA, L'ARTE DI STAR BENE CON SE STESSI:


Nell'opinione che si è forgiata sul suo conto, la pigrizia ha molto guadagnato a causa del crescente discredito di cui si è coperto il lavoro.


L'abbruttimento della fatica quotidiana, considerato per molto tempo una virtù da parte della borghesia (che non faticava..) e che ne trae profitto, e da parte delle burocrazie sindacali, alle quali assicurava il potere, ha finito per farsi riconoscere per quel che è: un'alchimia involutiva che trasforma in un bene di piombo, l'oro della ricchezza esistenziale.




Il Lavoro ha snaturato la pigrizia. 

Ne ha fatto la sua puttana.




Biosgna arrendersi all'evidenza: in un mondo in cui niente si ottiene senza il lavoro della forza e dell'astuzia, la pigrizia è una debolezza, una colpa...


Mi assicurano che un direttore di banca si è trovato sul lastrico, abbandonato da tutti. Un angolo di campagna lo accolgie, vi coltiva un pò di vigna.


Un'orto, qualche gallina e l'amicizia dei suoi vicini sono sufficienti ai suoi bisogni.




Vi fa delle scoperte sorprendenti: un tramonto, lo scintillio della luce nel sottobosco, l'odore della selvaggina, il gusto del pane che ha lievitato e cotto..

Il disgusto di un'esistenza passata a ignorarsi gli ha dato posto nell'Universo.




Il cammino non è facile al punto che l'esclusione da un mondo che vi esclude da voi stessi basti a ritrovarsi.

Il disoccupato, generalmente, non si appartiene, continua ad appartenere al lavoro.


Si è talmente radicata l'abitudine di accettare qualsiasi lavoro e di consumare qualsiasi cosa, per equilibrare la bilancia dei mercati, che restarsene a casa propria, invece di partecipare alla frenesia che distrugge l'universo, passa stranamente per scandaloso.


Aleggia sulla pigrizia un senso di colpa talmente forte che pochi osano rivendicarla come una sosta salutare.


Il testo è stato estratto dal LIBRO: "Elogio della pigrizia affinata" di Raoul Vaneigem - casa editrice Nautilus


martedì 23 marzo 2021

Hai bisogno di un Lavoro ? Un qualsiasi lavoro?








Un uomo disperato andava in cerca di lavoro, si era messo in testa che avrebbe accettato qualsiasi lavoro pur di non morir di fame.


La sua aria troppo triste però lo faceva allontanare dalla gente, nessuno voleva un uomo così malconcio, neppure per lavorare, così stanco e depresso una mattina andò a passeggiare e vedendo un'anziana signora tagliare la propria siepe, si propose di darle una mano. Lei accettò.



L'uomo le disse che era disposto a tutto per lavorare.

La signora le mostro il suo giardino, in realtà un minuscolo praticello di pochi metri, che lo convinse a tagliarlo tutto con una forbice dalla punte arrotondate, che usano a scuola i bambini.


L'uomo accettò, anche se a malapena le sue grossa dita entravano nei buchi di quella forbice. Inginocchiato tagliava l'erba tutto il giorno, ci voleva davvero molto tempo a tagliare ciuffo per ciuffo quel minuscolo prato.


La sera, stanco e stremato, con le ginocchia arrosate e un tremendo mal di schiena, causato dalla scomoda posizione di lavoro, l'uomo si abbandonava al sonno, unico momento di gioia della sua giornata.


Ben presto si accorse che il suo lavoro era infinito, con quella piccola forbice di voleva un sacco di tempo per tagliare quel prato minuscolo e non faceva a tempo a finirlo mai, perché quando arrivava alla fine del prato, al suo inizio l'erba già ricresceva...


L'uomo, pensando di esser furbo, non propose mai all'anziana signora di adoperare una falce o un decespugliatore, perché così facendo avrebbe impiegato solo pochi minuti per finire il lavoro e non avrebbe più ricevuto un salario giornaliero, e così, stanco e storto arrivò alla morte, credendo di esser furbo...


Questa favoletta che ho inventato vuole portarvi a riflettere sul come, spesso, siamo proprio noi la causa delle nostre sventure, quell'uomo, per paura di perdere quel poco che aveva e per paura di non essere all'altezza di un lavoro migliore, finì per morire stremato e storto, finì per accontentarsi...

lunedì 9 novembre 2020

Mestieri cronici

 



Capita spesso che, dopo anni di quella costrizione sociale chiamata lavoro salariato, l'individuo un tempo felice e sereno essere umano, diventi un "lavoratore cronico", che non riesce più a stare fermo, a godere della vita e delle cose semplici come passeggiare, bere un thé con gli amici, osservare silenzioso la pioggia dalla finestra di casa e perché no, fare del sano ozio.


Ma perché un individuo dopo molti anni di lavoro "non riesce a stare fermo" ? Perché vorrebbe riuscire a riposarsi ma gli è impossibile?







Perché ogni azione, ogni movimento, ogni pensiero ripetuto a lungo diventa abitudine, diventa un Mantra per la mente e l'essere umano diventa schiavo di se stesso senza più controllo sul proprio corpo e la propria mente.



Rifugiarsi in mestieri e lavoro vari (quando questi non corrispondo con hobby e passioni personali) diventa un modo per non sentirsi in colpa, perché tutto ciò che ti hanno insegnato fino ad oggi non è godere della vita, ma fare e produrre, tenersi sempre occupati...


Questo porta molti lavoratori a sentirsi in colpa quando non lavorano.


Come sempre questo parte dalla Mente e dunque nella mente va trovata la soluzione. Come?





Ri-scoprendo la vita stessa, ritagliandosi più tempo possibile per se stessi, iniziando a dire Si agli inviti d'aperitivo, alle pause caffè, alle escursioni con gli amici, al gioco con i figli e a tutti quei piccoli episodi di vita che fino a ieri hai accantonato perché eri troppo occupato...




I mestieri possono aspettare, le cose belle no!

Il vecchio detto "prima il dovere e poi il piacere" è di puro stampo schiavista, scritto da uomini che in vita erano rigidi quanto da morti..


Leggi, scrivi, suona, disegna, osserva, ascolta, masturbati, godi di te stesso, infine amati, impara ad amarti ed ama gli altri.


Fuori e dentro ( di te) ce un mondo da scoprire, 

fai l'essenziale e accantona il superfluo,

fa che il lavoro non domini la tua vita, 

smetti di sentirti in colpa quando non fai,

perché nessuno ricorderà quanto hai lavorato,

piuttosto la persona che sei stata.

mercoledì 22 luglio 2020

Lavorare come bestie e fare una vita da cani..

Bovi e bovini


Quante volte, terminata una fatica, abbiamo sentito dire: "Ho lavorato come una bestia?"

Tale frase tutt'oggi ancora molto utilizzata specie nel Nord Italia, proviene da antichi detti popolari che volevano paragonare un grosso sforzo fisico allo sforzo animale, in questo caso dei buoi nei campi, che avevano il compito di trainare carri ed aratri.

Oggi tuttavia, si continua ad abusare di questo detto, in quanto gli animali nei campi non lavorano più...e comunque anche allora lo facevano stagionalmente e solo nel fabbisogno, non si aravano campi tutti i santi giorni.

Discorso diverso per il cavallo da carrozza, costretto ad essere sempre disponibile al padrone umano, ma aimé, allora non esistevano né biciclette né automobili.

Un altro detto di cui l'uomo moderno abusa molto spesso è quello del "Soffro come un cane" o "questa è una vita da cani".

Frasi utilizzate spesso per evidenziare uno stato d'animo depresso e negativo o per descrivere la propria vita come altamente sofferente.



Festeggiare il compleanno del cane: 10 modi carini



Peccato che i cani al giorno d'oggi siano molto più rispettati e serviti di molti umani. Un cane per esempio ha vitto e alloggio gratis, un servizio sanitario gratuito ( paga il suo padrone), non lavora una sola ora al giorno, e in casi estremi viene portato dal parrucchiere o si vede regalargli una torta di compleanno con tanto di candeline...

E mentre nel 2020 abbiamo ancora umani che dormono sotto i ponti, vestiti di stracci e presi di mira da bulletto minorenni, i cani spesso vengono vestiti per non prendere freddo.


Insomma, proprio una vita da cani...


In questo periodo storico non si fa una vita da cani, piuttosto da poveri moderni, privilegiati nell'avere tutti una macchina e un Iphone e se avanza qualche soldo pure l'abbonamento Netflix, ma costretti da un sistema sociale profondamente disuguagliante, al alzarci ogni mattino per sacrificare 8 ore del nostro tempo in qualcosa che non ci piace fare, per avere in cambio dei soldi che al 70% se ne andranno per l'affitto di 4 stanze che usiamo sostanzialmente solo la notte per riposarci e annullare la nostra creatività e immaginazione di fronte ad una Tv parlante che perlopiù trasmette brutte notizie e film violenti.


Ma allora se non lavoriamo come buoi, come chi lavoriamo?!

Lavoriamo come bianchi, di serie B.

E se i cani spesso fanno una vita migliore della nostra, in quanto serviti e riveriti, come chi viviamo noi oggi?


Viviamo come bianchi nel Paese dei Balocchi, inzuppati fin sopra il cervello da tette e culi perfetti di Istagram, da agenzie che ci propongono vacanze da sogno dall'altra parte del mondo, da cibo, cibo e cibo, siamo ossessionati dal cibo, tant'é che in questi anni ci sono una miriade di programmi dedicati al mondo della ristorazione, e poi auto bellissime da pagare a rate, e poi scarpe, vestiti, mode, insomma siamo circondati da tante belle cose, che però hanno un prezzo, e si chiama Tempo, si perché per avere bisogna lavorare e tanto anche...a meno che tu non sia ricco ereditario.

E come il Colosseo nell'Antica Roma serviva per contenere le ire del popolo attraverso spettacoli e combattimenti, oggi abbiamo lo shopping e la Tv, l'importante è che tu sia normale, che lavori e spendi quello che guadagni, altrimenti ti aspetta una vita da cane, pardon, da barbone, pardon da choccard ( suona molto chic, vero? ).

venerdì 8 novembre 2019

La verità sui finti invalidi e i furbetti da cartellino che i Media non ti dicono

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Di tanto in tanto, quando i media asserviti al potere non hanno i classici nemici da farci odiare, quali il mussulmano, l'immigrato, o il leader politico della fazione diversa dalla nostra, tirano fuori dalla manica la vecchia ma sempre efficace carta del "furbetto da cartellino" o del finto invalido.


Queste notizie che si ripetono ciclicamente, pur essendo vere, non hanno tanto lo scopo di mettere in evidenza la truffa in se stessa, quanto nel portarci ad odiare inconsciamente chi tra il popolo sfruttato, ha avuto il coraggio di rischiare il tutto per tutto pur di non lavorare.

Perchè a ben pensarci questa è la ragione di base, di cui, però, i media asserviti non ci parlano mai, ovvero perché un cittadino arriva a tanto pur di non lavorare?




Risultati immagini per finti invalidiSe un uomo o una donna arriva a fingersi cieco e paralitico dovendo ogni giorno fingere in pubblico per non farsi beccare e vivendo una vita di dura recitazione pur di non lavorare, significa solo una cosa, il lavoro per quella persona risulta sgradevole e indesiderato a tal punto da scegliere di fingersi invalido a vita.

Ovviamente la gente perbene non ritiene giusto che un suo simile percepisca dei soldi (pensione d'invalidità) per fingere, ma vorrei ricordare a questi che queste sono infondo truffette ridicole, se paragonate a quegli uomini in giacca e cravatta che percepiscono dai 10.000 ai 30.000 euro al mese, per tutta la vita, sostanzialmente per aver promesso aria fritta ad un branco di creduloni e di aver scaldato la poltrona per qualche mese appena, di fatto però, senza mai aver lavorato veramente.





Passiamo ora ai "furbetti del cartellino" l'altro nemico del popolo che i Media vogliono farci odiare a tutti i costi...

I furbetti del cartellino che timbrano e poi vanno al bar con gli amici, sono spessissimo impiegati pubblici, ma i Media vi hanno mai detto perché timbrano e poi si assentano? Semplicemente perché lavorano in luoghi dove c'è poco o nulla da lavorare...

La pubblica amministrazione non ha lavoro continuo come la fabbrica, e spesso 1-2 persone bastano per coprire il lavoro di una mattina, ma quando si trovano il 5-6 per ufficio spesso questi individui sono costretti a far finta di lavorare, e ammettilo, anche tu lo hai fatto in qualche occasione, perché arriva a volte quel momento in cui non c'è proprio un ca**o da fare e allora improvvisi, gesticoli nervosamente le mani per paura che qualcuno ti scopra fermo e improduttivo!



Immagine correlataRicordo quando lavoravo in una fabbrica e c'erano giornate in cui davvero non c'era nulla da fare e allora mi mettevano a scopare il pavimento, e andavo avanti e indietro inutilmente per delle ore, pulendo dove avevo già pulito, solo per figurare che facevo qualcosa, ma dentro di me quale noia provavo! 

Avrei preferito che qualcuno mi dicesse: "Vai a casa oggi" ma i padroni vogliono che ti sudi quella miseria di stipendio che ti danno fino all'ultimo goccia.

La verità è che i furbetti da cartellino spesso timbrano ed escono per non morire di noia senza far nulla nelle ore buche, e la verità è che chi si finge zoppo o cieco per anni e anni pur di non lavorare, vuol dire che il lavoro per lui significa qualcosa per cui fuggire ed evitare a tutti i costi. Questo dovrebbe portarci a riflettere sulla costrizione sociale del lavoro....

Perché tutto questo?

Perchè viviamo in un Sistema che invece di sviluppare in noi le nostre potenzialità latenti e trasformarle in un mestiere, ci scolarizza per poi sbatterci in faccia il triste mondo del lavoro dove la parola d'ordine è : ADATTARSI.

Ma non tutti si adattano, alcune migliaia di persona si ammalano di depressione, ricorrono ai farmaci, altre impazziscono di stress e nervoso, altri invece si adattano perfettamente alle catene assegnateli e difendono questo Sistema, essi sono coloro che criticano e condannano i furbetti da cartellino, i finti invalidi o anche chi osa prendersi un giorno di permesso...state alla larga da questi servi non dichiarati!

Infine c'è chi non si adatta e cerca in tutti i modi di sfuggire al mattatoio lavorativo, ecco perché io vedo in questi personaggi degli eroi ribelli che vogliono conservare integra la propria individualità, e sono certo che la loro non è "poca voglia di lavorare", perché la voglia di lavorare verrebbe ad ognuno di noi spontanea se vivessimo in un Paese che ci consenta di fare delle nostre passioni il nostro lavoro, invece viviamo in un contesto sociale dove gli artisti fanno i muratori (per necessità), dove laureati vendono panini al Mc (per necessità), dove i sapienti sono scavalcati dai raccomandati ecc ecc...

Come dice Silvano Agosti:

"Si potrebbe garantire a tutti una casa e un pasto caldo al giorno con il 20% delle spese militari...

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martedì 20 agosto 2019

A salario di merda, lavoro di merda!

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Questo era il titolo dell’Unità del gennaio 1928 che invitava allo sciopero contro la riduzione dei salari.

Ripeto: Gennaio 1928!
Dove ancora esisteva un'opposizione critica e ribelle di persone, motivate a lavorare si, ma non a farsi sfruttare.

Oggi invece che fine hanno fatto quegli ideali? 
Quel coraggio di farsi valere di fronte ai soprusi dei potenti? 
Che fine hanno fatto i giovani ribelli? Le lotte di classe? 
Ve lo dico io, sono state "sedate" a dovere da grandi dosi di tecnologia a basso costo (maxitelevisori, Iphone, tablet ecc), che hanno vinto i giovani, riempiendo la pancia e il cervello dei giovani di temporanei appagamenti giusto per tenerli buoni.

Ma non vi siete accorti che crisi economica e immigrazione selvaggia altro non erano altro che un piano ben studiato e voluto per fare in modo che tutti voi accettaste lavori sottopagati, in un periodo storico dove, la stessa tecnologia che serve per sedarvi, potrebbe essere utilizzata per farci lavorare tutti 3-4 ore al giorno, con lo stesso stipendio di lavorare 8-10 ore?!

La produzione è aumentata a dismisura negli ultimi 60 anni grazie alle macchine, solo gli stipendi sono andati decrescendo e con essi la volontà di agire. Voi siete sedati e non lo sapete...




E invece di ribellarvi cosa avete fatto?

Avete accettato come normale essere rinchiusi in fabbriche ed uffici tutto il giorno, tutti i giorni, passate più tempo al lavoro che a casa, oggi il sabato è diventato, grazie al vostro silenzio assenso, un altro giorno di lavoro, mentre fino a pochi decenni fa il sabato era un giorno SACRO, intoccabile!



Risultati immagini per GIOVANI LAVOROLavorate tantissimo, fate gli straordinari e la flessibilità richiesti, obbedienti come cani da riporto, eppure i soldi guadagnati non vi bastano neppure per acquistarvi una casa di proprietà...mentre i vostri genitori quando avevano la vostra età, con 10 anni di lavoro in Svizzera o Germania, la casa la costruivano e prendevano pure pensioni dignitose!

Voi invece vi state abituando a non averla una pensione...

Ma non reagite...non la pretendete...forse non ve ne frega proprio un cazzo...




Ma quel che è più triste di tutto questo inganno pianificato è che voi, vittime, lavorate pure sodo per quegli 4 spiccioli che vi danno all'ora. Mentre nel 1928 il motto era "A STIPENDIO DI MERDA, LAVORO DI MERDA" oggi il vostro motto è "Almeno ho un lavoro".

Parlate ed agite come dei condannati a morte, ma voi siete ancora vivi e dotati d'intelletto, usatelo!

Vale la pena spaccarsi la schiena per 6-7 euro l'ora? 

Vale la pena dimostrarsi bravi e volenterosi a caporali di lavoro che allo scadere di tot mesi di lavoro, vi rimpiazzeranno con qualche altro disperato perchè altrimenti dovrebbero assumervi a tempo indeterminato, ovvero farvi fissi?!

A questa è servita la crisi, a creare un mondo di precari disperati pronti a scannarsi per poche monetine l'ora, milioni di poveracci che si alzano presto la mattina, lottando contro sveglie, traffico, cartellini da timbrare e capi arroganti, tutto questo per mantenere una piccola parte di Mondo di persone ricche e annoiate il cui unico impiego è trovare il modo di spennarvi ancora un pò di più.

E allora rallentate i vostri ritmi, rallentate quanto sono rallentati gli stipendi negli ultimi anni, fate il meno che potete e fatelo male, fino a quando torneranno a considerarvi ancora esseri umani, solo allora tornate ad essere produttivi e volenterosi.

giovedì 2 maggio 2019

Non esiste lavoro dignitoso

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Basta con la favola che il lavoro è dignità, perché non ce nessuna dignità nell'alzarsi presto ogni mattino, nello sbattere la mano contro il comodino per accendere la luce, nel cercare con gli occhi mezzi chiusi che ancora bruciano quella dannata sveglia.

Non ce dignità nell'introdurre cibo nel proprio corpo mentre si è ancora assonnati, non nel confrontarsi con il cronometro per non arrivare in ritardo al lavoro.


Risultati immagini per lavorare
La verità è che ci hanno convinti con la paura e con l'inganno che ci sia qualcosa di dignitoso nel lavorare per più di 40 anni della nostra vita, nel compiere azioni meccaniche, assolutamente deleterie per le nostre menti, perché tutto il tempo speso in fabbrica o in ufficio, in auto o in metropolitana per spostarci da casa a lavoro, è tempo che avremmo potuto dedicare ad evolverci, a leggere, a comprendere, per essere più intelligenti, e così avremmo potuto creare finalmente una società senza odio e senza guerre, dove il benessere di tutti venga prima del PIL o dello SPREAD...

Ma che dignità ci sarà mai nello spazzare pavimenti a 6 euro l'ora? Magari a più di 20 km da casa tua? Che dignità ci sarà mai nell'arrivare a sera con la schiena spezzata e sentirsi così stanchi da non aver neppure più voglia di fare l'amore o giocare con i propri figli?

Questa non è dignità, è solo sopravvivenza e a chi va bene così, perché "grazie a Dio ho un lavoro..." perdonateli...perché non sanno quel che dicono, non hanno sviluppato sufficiente intelligenza per accorgersi di essere solo degli ingranaggi tra l'altro malretribuiti, utili solo come forza lavoro per l'economia globale.

Ed ora accusateci pure di essere degli scansafatiche, di non avere il senso del "dovere", di essere degli irresponsabili, ma noi abbiamo diritto al voler vivere davvero DIGNITOSAMENTE, quanto voi avete il diritto di continuare a vivere nell'ignoranza più totale.



Risultati immagini per dignitàLa vera dignità è lavorare massimo 4 ore al giorno, lavorando in sicurezza e guadagnando uno stipendio che permetta a tutti di arrivare serenamente alla fine del mese, senza ansie opprimenti da debiti e tasse, senza l'incubo di affrontare un altro giorno di lavoro in un posto che si odia e ci deprime, senza sentirci costretti a fare per una vita qualcosa che non ci piace, che non sentiamo dentro...

La vera dignità non sta nell'avere un lavoro, ma nell'avere un lavoro che da una parte ci permetta di mantenerci ed essere autonomi e dall'altra ci garantisca abbastanza tempo libero da coltivare le nostre passioni, le nostre amicizie e i nostri amore.

Tutto il resto è Schiavitù.


giovedì 11 ottobre 2018

Da stagista malpagato a sgobbatore professionista, ecco la "carriera" dell'italiano medio.

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Questo mondo è una farsa, una grande messinscena e tutto è studiato fin nel più piccolo dettaglio per farci credere che siamo fortunati a vivere come viviamo.

A partire dalle pubblicità, dove la famiglia modello (minimo 3 figli) si alza felice e spensierata con il sole che entra dalle finestre ed esce di casa pronta per affrontare la giornata di lavoro con  il sorriso stampato in faccia, fino all'uso indiscriminato della NeoLingua orwelliana che ha saputo abilmente distorcere i termini e re-inventarli in una versione più soft, prendiamo esempio le guerre ora chiamate missioni di pace o i mezzi d'informazione, quali tv e giornali, dove le notizie sono in sostanze le stesse, proveniente dalla stessa matrice ma scritte in modo diverso, ecco tutto è menzogna, tutto è distorto, contraffatto.

...A partire dalle nostre vite che ci hanno convinti procedere sempre in salita, mentre invece spesso sono trascinate e odiose.



Esagero? Penso negativo? Sono pessimista?



Può darsi, come può darsi che voi avete ancora il prosciutto negli occhi e per comodità, o per paura, ci tenete a non levarlo di dosso.


Risultati immagini per schiavo modernoPrendi un qualsiasi giovane d'oggi, nato in una famiglia comune, con alle spalle una scuola superiore e due genitori comuni senza la minima influenza sociale, che fa? Naturalmente cerca lavoro presso un'agenzia di collocamento, e già qui ti fanno esser grato di averlo trovato, non prima di averti fatto sudare a forza di chiamate e vari cul-ricculum compilati.

Ecco, arriva la grande proposta, la tanto sperata opportunità di entrar a far parte del mondo del lavoro e poter iniziare così una carriera che possa renderti autonomo e felice.




Eccoti servito giovane! 

Ti va uno stage molto sotto-retribuito di una durata minima di 6 mesi, in cui guadagnerai 400-500 euro al mese con la scusa che intanto impari il mestiere, anche se per imparare quel mestiere tutto sommato non ci vogliono più di due giorni?!

E come non accettare? Anche perché se non accetti il tuo posto lo prenderà un'altro e tu rimarrai senza lavoro...Suona come un ricatto vero? Ebbene lo è.

Ora fatevi un breve calcolo di quanto un'azienda guadagni in quei 5-6 mesi di stage in termini di spudorato profitto, calcolando che la stessa assuma almeno 20 giovani pagati un quarto di un operaio normale e calcolando che già un operaio normale guadagna circa 1/30 di quello che produce!!




E che prospettiva di carriera rimane ai giovani d'oggi? 




Risultati immagini per schiavo modernoChe da stagisti malpagati semplici possono ambire a diventare in futuro degli sgobbatori seriali, dei professionisti della fatica e dei sacrifici costretti a produrre fino alla vecchiaia, fino all'annullamento delle proprie facoltà sia mentali che fisiche, tra la stanchezza e lo sconforto di mansioni monotone, alienanti, deprimenti che mirano con il terribile giogo delle otto ore giornaliere ad annullare l'individuo spiritualmente, facendogli perdere per sempre il senso della vita.

Questa in sostanza è la carriera che spetta alle classi povere del Paese, non solo dell'Italia ma del mondo intero.

E se i giovani non prendono coscienza di questo, destineranno a loro volta i loro figli a questa vita spendacciona, senza tempo e regolata da sveglie, capi ed orologi. 

martedì 23 gennaio 2018

Come sarebbe il mondo se tutti lavorassimo la metà?

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Hai mai pensato o anche solo immaginato a come potrebbe essere la tua vita se tu fossi nato in un mondo dove la tua stessa vita non dipenda dal lavoro fisico?

Un mondo dove la sveglia non diriga le nostre vite?

Utopia stai già pensando, vero?
Si, perché ancora ragioni da bruco!


Il bruco al caldo nel suo bozzolo neppure immagina cosa significhi essere una farfalla, è ignorante del suo vero potenziale e così passa la sua vita a fare il bruco, limitandosi a strisciare quando con uno sforzo di volontà potrebbe evolversi e imparare a volare.


E sai qual'è il brutto di questa storia? 


Risultati immagini per bruco bozzolo
Che i bruchi fieri della propria ignoranza recidono periodicamente le ali a coloro che si sono trasformati in farfalle. Roghi, torture, crocifissioni, avvelenamenti, prigionia, sono tutte crudeltà usate nei secoli per punire i bruchi divenuti farfalle!

Ecco perché quando parliamo di lavorare quattro ore al giorno, senti certi bruchi dire: "Si, ma allora prenderei la metà del mio stipendio!" o "non saprei cosa farmene poi di tutto quel tempo libero."


Immagine correlataEppure, con un piccolo sforzo di immaginazione, si potrebbe vedere un mondo dove tutti lavorano la metà di quanto lavoriamo oggi e sarebbe un mondo fantastico, bellissimo, sarebbe un mondo popolato da gente meno nevrotica, più cordiale, più serena, più felice, più disposta ad aiutare il prossimo.

Sarebbe un mondo dove i parchi sarebbero pieni di giovani intenti a giocare, un mondo dove si userebbe molto di più la bicicletta non essendo più frustati da stupidi orari da rispettare.

Tutti avremmo più tempo e quel tempo lo dedicheremmo semplicemente a vivere, i pasti diventerebbero meno frettolosi, la nostra digestione migliorerebbe notevolmente e finalmente ognuno potrebbe sviluppare le proprie passioni e i propri talenti.



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Si avrebbe tempo per fare tante cose, e si avrebbe tempo per diventare persone migliori, le guerre, i litigi e le cattiverie andrebbero via via scomparendo, l'umanità diventerebbe una sola grande famiglia, tant'è che in ogni angolo del mondo ci si sentirebbe a casa.

La gente che lavora meno è più rilassata, meno spendacciona, meno pretenziosa, di conseguenza tende ad essere più gentile e comprensiva verso il prossimo, e non è quello che vorremmo tutti?
Incontrare persone gentili con noi.

Se tutti lavorassimo la metà inizierebbe un'era di pace a questo mondo, tutta l'energia che ora spendiamo nella produzione di articoli per lo più inutili ed inquinanti, verrebbe spesa per migliorare il mondo, per riportare il verde nelle città, avremmo finalmente il tempo di alzare la testa al cielo dissolvendoci tra le nuvole e l'infinito blu.

I nostri cuori sarebbero ricchi di poesia e buone intenzioni.
Apprezzeremmo l'arte e le cose semplici.

L'ossessione del cibo scomparirà, facendoci ritornare ai nostri bisogni naturali, si mangerà solo quando si a fame!


Ma quanto è distante tutto questo?
Tanto quanto il bruco sogna di essere farfalla e quando a quel sogno ci crederà e quando la maggioranza dei bruchi ci crederà, allora al mondo non strisceranno più i bruchi, ma voleranno farfalle alte nel cielo.



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martedì 9 gennaio 2018

Rutger Bregman: Dobbiamo smetterla di svolgere lavori inutili


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Rutger Bregman scrive per il giornale online olandese De Correspondent e per quanto riguarda la terribile gestione del lavoro oggi ha le idee chiare:

"Pensateci, quante cose avete comprato per farvi accettare da persone che non vi piacciono?

Quanto spesso vi sentite stressati, assonnati e sovraccarichi di lavoro?

John Maynard Keynes ha previsto che entro il 2030 lavoreremmo solo 15 ore la settimana, e che gli standard di vita occidentali si sarebbero quadruplicati rispetto a quelli degli anni 30' del 1900'.

Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito sono cinque volte più ricchi rispetto a cinque anni fa!





Però il nostro lavoro pesa sulle nostre vite come mai prima d'ora.




Un eccesso di lavoro non fa male solo a chi lavora fino a tardi.
Gli straordinari possono provocare danni enormi agli altri.



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Da Chernobyl alla missione spaziale Challenger, i manager stressati hanno avuto un ruolo importante in molti disastri.

Non è un caso che il settore finanziario, responsabile del peggior disastro degli ultimi dieci anni, è pieno di persone che fanno gli straordinari.

I Paesi con la più grande disuguaglianza nelle ricchezze, sono quelli con le settimane lavorative più lunghe.
I poveri lavorano moltissimo per sopravvivere.


Oggi la pressione e il lavoro eccessivo sono diventati status symbol. Avere del tempo libero è considerato come essere disoccupati e non come la scelta, intelligente, di anteporre la vita al lavoro.


Risultati immagini per lavorare troppoVi starete chiedendo: ma se non lavorassimo, non passeremo tutto il tempo davanti alla Tv?

In realtà è proprio nei Paesi in cui si lavora troppo che le persone guardano la tv. Se smettessimo di svolgere lavori inutili e concedessimo a tutti un reddito di base, potremmo recuperare moltissime ore e cambiare in meglio il modo in cui viviamo




giovedì 4 gennaio 2018

Lavorando tutti 4 ore al giorno porremmo fine a guerre e fame nel mondo

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Come molti uomini della mia generazione, fui allevato secondo i precetti del proverbio che dice « l’ozio è il padre di tutti i vizi ».

Poiché ero un ragazzino assai virtuoso, credevo a tutto ciò che mi dicevano e fu così che la mia coscienza prese l’abitudine di costringermi a lavorare sodo fino ad oggi. Ma sebbene la mia coscienza abbia controllato le mie azioni, le mie opinioni subirono un processo rivoluzionario. 

lo penso che in questo mondo si lavori troppo, e che mali incalcolabili siano derivati dalla convinzione che il lavoro sia cosa santa e virtuosa; insomma, nei moderni paesi industriali bisogna predicare in modo ben diverso da come si è predicato sinora

lo voglio dire, in tutta serietà, che la fede nella virtù del lavoro provoca grandi mali nel mondo moderno, e che la strada per la felicità e la prosperità si trova invece in una diminuzione del lavoro.


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Il concetto del dovere, storicamente parlando, è stato un mezzo escogitato dagli uomini al potere per indurre altri uomini a vivere per l’interesse dei loro padroni anziché per il proprio.

L’ozio è essenziale per la civiltà e nei tempi antichi l’ozio di pochi poteva essere garantito soltanto dalle fatiche di molti. 
Tali fatiche avevano però un valore non perché il lavoro sia un bene, ma al contrario perché l’ozio è un bene. 

La tecnica moderna ci consente di distribuire il tempo destinato all’ozio in modo equo, senza danno per la civiltà.

Se il salariato lavorasse quattro ore al giorno, ci sarebbe una produzione sufficiente per tutti e la disoccupazione finirebbe, sempre che si ricorra a un minimo di organizzazione. Questa idea scandalizza la gente perbene, convinta che i poveri non sappiano che farsene di tanto tempo libero.

In un mondo invece dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi.


Risultati immagini per gioia di vivereSoprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. 

Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe .sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. 

E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee. 

Ma i vantaggi di chi dispone di molto tempo libero possono risultare evidenti anche in casi meno eccezionali. Uomini e donne di media levatura, avendo l’opportunità di condurre una vita più felice, diverrebbero più cortesi, meno esigenti e meno inclini a considerare gli altri con sospetto. 


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La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti. 

Il buon carattere è, di tutte le qualità morali, quella di cui il mondo ha più bisogno, e il buon carattere è il risultato della pace e della sicurezza, non di una vita di dura lotta. 

I moderni metodi di produzione hanno reso possibile la pace e la sicurezza per tutti; 



Noi abbiamo invece preferito far lavorare troppo molte persone lasciandone morire di fame altre. 



Perciò abbiamo continuato a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell’invenzione delle macchine; in ciò siamo stati idioti, ma non c’è ragione per continuare ad esserlo.


Elogio dell'Ozio di Bertrand Russell br>

domenica 31 dicembre 2017

Quando Capodanno durava tre mesi

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L'uomo moderno negli ultimi 200 anni ha fatto grandi conquiste in termini tecnologici e materiali, ma ha perso contemporaneamente la cosa più preziosa che aveva: il tempo libero.


A dire il vero, basterebbe fermarsi un attimo a riflettere su cosa significhi "tempo libero" per capire al volo che ciò significa che tutto il resto del nostro tempo non lo è...


Alla fine dell'anno il contadino di una volta che coltivava un acro (4000 metri quadri) passava i mesi di gennaio, febbraio e marzo a caccia di conigli sui monti.

Anche se lo chiamavano povero, aveva nondimeno questo genere di libertà. 



Scrive un contadino giapponese divenuto celebre in tutto il mondo per il suo modo rivoluzionario di fare l'agricoltura:


"Le vacanze di Capodanno duravano circa tre mesi.

Un pò alla volta cominciarono ad essere ridotte a due mesi, un mese e adesso Capodanno è diventato una vacanza di tre giorni.

La riduzione delle vacanze di Capodanno dimostra come sia diventato occupato il contadino e come abbia perso il suo tranquillo benessere fisico e spirituale. 

Nell'agricoltura moderna un contadino non ha tempo di scrivere una poesia o comporre una canzone.

L'altro giorno, mentre stavo facendo pulizia nel piccolo tempio del villaggio, fui sorpreso notando delle targhette appese al muro. Togliendo la polvere e osservando le lettere pallide e sbiadite, riuscii a decifrare dozzine di poesie haiuku.

Anche in un villaggio piccolo come questo venti o trenta persone avevano fatto composizioni hauku e le avevano presentate comeofferte. Questo è quanto la gente degli spazi aperti aveva nella sua vita nei vecchi tempi. Alcuni dei versi devono essere vecchi di secoli fa. 

Perciò erano stati scritti con tutta probabilità da contadini poveri, ma che avevano ancora il tempo di scrivere l'haiuku.

Adesso non c'è nessuno in questo villaggio che abbia abbastanza tempo di scrivere poesie. Nelle ore di svago, adesso, la televisione è al centro dell'attenzione, e non c'è assolutamente tempo per le semplici attività creative che rendevano ricca la vita quotidiana del contadino.


Tratto dal libro: "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka

Ma non solo in Giappone era così!
Perché anche i contadini italiani, francesi, inglesi, tedeschi ecc vivevano così, e correggo ancora, non solo i contadini, ma l'intera società di allora viveva lunghe vacanze.

I mesi invernali infatti significavano sostanzialmente una cosa: inattività! 

Le terre gelate non potevano essere coltivate, la Natura non dava i suoi frutti e come gli animali entrano in letargo concedendosi un lungo e rigenerante riposo, così l'uomo che ancora seguiva la Natura, si concedeva riposo, dormendo molto e dedicando tutto quel tempo libero alla creatività, dipingendo, scrivendo, costruendo o meglio ancora, contemplando il creato, riflettendo, pensando, fantasticando, tutte "arti" oggi dimenticate, poiché non collegate al denaro, al profitto o alla carriera.

Eppure, ancor oggi lo sappiamo nel cuore, sono proprio quelle inattività a renderci felici, a portarci ad uno stato d'animo di pace interiore, e forse è proprio per questo che le vacanze nei secoli vennero accorciate sempre di più, per allontanarci da noi stessi in modo tale che le nostre menti fossero indirizzate solo alla produzione, all'infinito lavoro e agli infiniti acquisti. br>

lunedì 11 dicembre 2017

Italia: reintrodotto il LAVORO MINORILE sotto forma di "alternanza scuola-lavoro"

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Matteo Rovatti, per  ilprimatonazionale.it scrive:


"Il potere della neolingua è veramente incredibile. Ha qualcosa di magico o quantomeno di alchemico, perché riesce solo cambiandogli nome, a trasformare la merda in nutella e convincere le masse a nutrirsene con avidità. Prendiamo il caso della cosiddetta “alternanza scuola-lavoro”. Ad occhi maliziosi potrebbe apparire come una reintroduzione del lavoro minorile sotto altre forme, ed in effetti più si chiariscono i contorni di questo progetto, più le cose sembrano dar ragione ai soliti cinici."

In effetti è proprio così poiché stiamo parlando di ben 400 ore (200 per i licei) sottratte ai nostri giovani durante l'anno scolastico per arricchire, gratuitamente, i già ricchi giacca e cravatta di imprese, fabbriche ed uffici vari sotto l'assurda menzogna dello stage formativo.


Continua Matteo Rovatti:

"Pensiamo, solo per fare un esempio, al fatto che Mc Donald sfrutta 10.000 minorenni, quando in tutta Italia dà lavoro a circa 20.000 persone. L’alternanza si configura di fatto come sostituzione di manodopera gratuita a manodopera retribuita, né più né meno."


L'alternanza scuola-lavoro non è altro che il vecchio ed abolito "lavoro minorile" che, grazie alla Neolingua orwelliana ha cambiato aspetto, diventando più "soft" grazie alla nuova terminologia.



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Siamo ritornati agli inizi dell'Era Industriale
No, non ancora, ma manca poco, davvero poco, ci arriveremo quando qualcuno in alto deciderà che per il bene dell'economia bisognerà innalzare le ore lavorative giornaliere da 8 a 12, come ai vecchi tempi...

Che futuro attende i nostri giovani?


Avete presente la triste storia di Rosso Malpelo?
Ecco, quello è il futuro.

Rosso Malpelo descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che Verga conosceva ma che emergeva altresì dalle inchieste del Regno d'Italia da poco formatosi (1861)

Giovani che cresceranno conoscendo solo doveri e lavoro, giovani che si adatteranno a tutto, ma saranno infelici delle loro condizioni, e non avendo conosciuto altra alternativa non sapranno neppure immaginarsi un altro modo di vivere diverso da quello che conoscono, e così, con immensa gioia degli apparati di potere, la guerra tra poveri andrà avanti per un altro secolo, con questa grande ondata di nuovi poveracci che si azzanneranno l'un l'altro per 1000 euro al mese, sempre che non si inventino di continuare a farli lavorare gratis anche una volta finiti gli studi, magari solo in cambio di un pezzo di pane e una branda dove dormire la notte...


Ma questo è fortunatamente ancora tutto da vedere, starà appunto ai giovani decidere se lottare per il proprio futuro o accettare passivamente il piatto vuoto che è stato loro proposto.


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