domenica 7 maggio 2017

Daniele Reale: "Gli umani coltivati in serie come i filari di mele"

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L'idea di sacrificare la tua intera vita nei doveri, negli impegni, nella monotona routine quotidiana è una tua scelta, nessuno ti ha mai costretto a farlo, eppure quasi tutti gli uomini e le donne di questo pianeta preferiscono scegliere un'esistenza preconfezionata dal Papa, dal prete, dal politico, dal datore di lavoro, dai genitori che fin da piccolo gli hanno detto cosa fare, da qualsiasi persona all'infuori di sé stessi.

Signori e signore siamo sempre e solo noi gli architetti dell'inferno sulla Terra, delle guerre, delle ingiustizie, del Potere, delle istituzioni e del Dio denaro.

Prova chiedere ad un bambino di tre anni, cosa può fregargliene del Pil, dello spread, delle riforme economiche, dei fondi salva Stato e di tutte queste stronzate camuffate dietro termini tecnici, in modo tale che la gente comune non comprenda mai il loro significato.
Prova chiederglielo e vedrai che per quel bambino quello di cui gli stai parlando sarà una lingua sconosciuta, non gliene fregherà assolutamente nulla ed è giusto cosi, perché al bambino non interessano i numerini sullo schermo di un computer, ne se le quote in borsa salgono o scendono. 

Al bambino interessa vivere, mangiare, giocare, imparare, al bambino interessa amare, ricevere e dare affetto a chi gli sta intorno, non solo ai suoi genitori, fratelli e sorelle ma a tutte le persone che incontra, perché per lui non esistono ancora sconosciuti. 





Perlomeno fino a quando gli adulti non gli insinuano paure ed angosce nella sua testa.




I bambini, soprattutto qui in occidente, nascono in una realtà di persone frustate, di persone perennemente di fretta, sempre prese da mille impegni in perenne lotta con il cronometro, sempre irritate e in collera con il mondo. 


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Di fatto crescendo nel caos della vita moderna, i bambini non possono che imparare che la felicità viene da ciò che si possiede, vedono le persone sorridere solo quando viene regalato loro qualcosa, quando il padre torna a casa con una nuova promozione sul lavoro che lo assenterà da casa ancor di più, quando il fratello per il suo compleanno riceverà in regalo l'ultimo costoso modello dell'Iphone.

La felicità dunque non viene più vista come un meraviglioso stato dell'essere di cui siamo già in possesso, ma come qualcosa che si deve raggiungere, che si deve conquistare o peggio ancora comprare.

I bambini andrebbero lasciati in pace, lasciati liberi di crescere secondo le radici del loro essere.

Invece che succede? Appena rompono il loro seme e si apprestano a crescere e fare esperienza in questa realtà fisica, vengono subito prelevati dalla loro individualità e coltivati in serie, legati appunto come alberi tutti assieme nella stessa combina.





Le analogie dei bambini con gli alberi sono molteplici:



Risultati immagini per filari meleDi fatto un bambino, come un albero, se lasciato crescere secondo i suoi desideri e le sue necessità, non può che divenire maestoso, mentre quella che in Occidente chiamiamo “educazione” non fa altro che legare tutti questi giovani alberi con il fil di ferro (istruzione) alla stessa combina di coltivazione (società), il quale il loro unico scopo è quello di continuare a recidere i loro rami (individualità, aspirazioni, sogni, desideri) in modo tale che essi continuino a dare i loro frutti in modo produttivo ( il mondo del lavoro e del profitto).

Di fatto questi alberi non saranno mai destinati a crescere in altezza, non svilupperanno mai una folta chioma, né si distingueranno più l'un dall'altro, e una volta giunti alla fine del loro ciclo produttivo (vecchiaia) , verranno presi e sradicati dal suolo per far posto ai nuovi arrivati (futuri schiavi).

(...) Nessun bambino sognerebbe mai di distruggere il pianeta su cui vive, lo farà invece quando diventerà grande, quando il mondo degli adulti gli avrà insegnato che la carriera e i soldi sono più importanti di tutto ciò che lo circonda.




Daniele Reale 

dal libro mai pubblicato "Pensiero Libero"


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