giovedì 4 agosto 2016
Trent'anni e son già morto, il lavoro mi ha ucciso dentro
Oggi pubblico lo sfogo di un giovane utente che desidera condividere con voi i suoi pensieri. Le sue parole sono dirette e sincere e tra le righe si può scorgere tutta la rabbia e la frustrazione provata per il furto quotidiano del proprio tempo, rubato pensate, solo per garantirvi di stare al mondo domani.
Questa è Matrix, questi sono gli esseri umani, splendidi universi in miniatura costretti a correre, alzarsi contro voglia, lavorare e lavorare, pagando tasse spropositate per rinnovare ogni giorno il diritto ad esistere, dico ad esistere, perché vivere è tutta un'altra storia...
"Ho trentanni e quasi metà della mia vita l'ho passata lavorando, più per estrema necessità familiare che per voglia di mollare lo studio, parlo di soli 15 anni, "soli"pensando a quando potrò smettere, oramai vecchio.
Il lavoro nobilita l'uomo, un tempo, ora il lavoro umilia l'uomo, ed è la cosa che mi ha tolto tutto:
Mi ha tolto le mie nozioni scolastiche d'indirizzo, tanto si dovrà fare come dicono i capi.
Mi ha tolto le mie passioni e gli hobby, bisogna lavorare sempre più ore, o in orari assurdi e/o giorni festivi, sai, la crisi...
Mi ha tolto la mia spensieratezza, non si stacca mai il cervello, weekend smezzati, ferie ridotte, malattia con il telefono che suona...
C'e sempre da pensare al lavoro...
Mi ha tolto la mia personalità, tentando di plasmarmi a propria somiglianza schiacciandomi con le solite scuse della bella immagine, ma poi bella per chi!?
Mi ha tolto la voglia di sognare, di poter cambiare, di trovare qualcosa di più adatto, magari in proprio, con i loro discorsi saccenti di chi sa' cosa c'è fuori, impartitegli da chissà quale consulente aziendale...
Il lavoro ha ucciso la mia stima, sentendo parlare i capi di quanto ti abbiano dato da mangiare in questi anni, dimenticandosi di quanto abbiamo contribuito ad arricchirli.
Il lavoro mi ha ucciso dentro, e mi ucciderà lentamente fuori, finché non sarò più in grado di far nulla, se non morire."
Anonimo
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Non fa una piega è così ma pochi lo capiscono
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