martedì 12 luglio 2016

Agenzie di collocamento: Quando sgobbare diventa un "onore..."




Agenzie di collocamento: 
Quando sgobbare diventa un "onore..."



L’attuale crisi economica è iniziata ufficialmente nell’anno 2008 e con lei sono arrivate le agenzie del lavoroEntrando in questi uffici collocamento, ho notato il crescente degrado cui ci stiamo abituando:

La prima impressione che ho avuto entrando in una di queste agenzie, è stata quella di essere un mendicante che andava elemosinando un posto di lavoro... 


Dentro queste agenzie tanti giovani come me, ansiosi di vendere il proprio tempo in cambio di denaro, bei tempi quelli in cui si andava direttamente in azienda, senza perdete interi pomeriggi tra tutti questi intermediari, dove bisogna saper prostituirsi anche a parole per fare bella figura.

Entri e compili moduli, elencando le tue esperienze lavorative, non bastasse questo, ti chiedono pure tutti i cazzi tuoi, dal primo all’ultimo.

Tua madre che lavoro fa? 

Tuo padre che lavoro fa? 


Hai la patente? 


Sei single?  


Sei sposato? 


Hai dei figli? 


...Mi chiedo, ma a loro cosa interessa se sono sposato e se ho dei figli? 

...A loro cosa interessa che lavoro fanno i miei genitori? 



Probabilmente mi spedirete 
a pulir cessi dalla mattina alla sera 
per tre euro l’ora, ma prima spiegatemi, 
che importanza hanno tutte queste domande?


Finito di elemosinare un lavoro presso l’agenzia di collocamento, verrà poi il turno del colloquio finale presso l’ufficio del futuro “datore di lavoro”, sentite come suona bene questa parola, non sei più tu a produrre beni per l’azienda, ma lui, il datore di lavoro, a darti la possibilità di produrre questi beni. 


Secondo questa logica dei termini dovrebbero però chiamarci tutti datori di lavoro, andiamo a prendere il pane e quindi diamo lavoro al panettiere, andiamo a fare la spesa e quindi diamo lavoro alle commesse, al direttore, a chi fa le pulizie…

Interessante notare fino a questo punto, come stiano cercando in tutti i modi possibili di farci sentire onorati di trovare un lavoro, prima esaltando il nostro ego con domande riservate e personali, poi avvisandoci che il nostro futuro padrone (io mi ostino a chiamarlo così) ci attende nel suo ufficio per parlare con noi. 



Quale onore! 

Anche gli emarginati alla base 
della piramide sociale 
ora possono sentirsi importanti...



Ed eccoci alla fase finale, le fatidiche domande che faranno di noi dei perfetti dipendenti.

Elegante in giacca e cravatta e fiero della sua posizione, il nostro futuro padrone ci chiederà:

“Noi cerchiamo persone serie, volenterose e motivate. 

Noi cerchiamo gente che abbia esperienza nel settore, che sia disponibile ai turni, che sia disponibile a fare gli straordinari e la flessibilità e sia pronta a essere eventualmente reperibile nei giorni festivi, 
nel caso ci fosse bisogno di ulteriore lavoro.” 


E quel bisogno spesso ci sarà…

Ecco il degrado in tutta la sua agghiacciante bellezza, ecco tutto il servilismo del ventunesimo secolo, raccolto in poche righe.

Come si può chiedere a un essere umano, di essere serio, volenteroso e motivato, quando gli si propone di svolgere un lavoro molto probabilmente monotono, stupido, ripetitivo e stressante, che ammazza tutta la sua creatività?

Non c’è equità in questo sistema di padroni e di schiavi, nessuno ha a cuore le nostre vite, noi tutti siamo considerati numeri per l’economia, forza lavoro per il capitale, pecore per le religioni e sangue per le banche.

Daniele Reale (Di Riposo non è mai morto nessuno - Libro non ancora pubblicato)

1 commento:

  1. https://www.facebook.com/Michael-Jackson-La-FINTA-Morte-ILLUMINATI-1066402416713959/?fref=ts
    ............
    http://mjacksonlafintamorte.altervista.org/m-jackson-messaggi-subliminali-al-cinema-parte-2/

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