venerdì 27 novembre 2015
Il bastone e la carota: La beffa del posto fisso
Tutti si ricordano della vecchia storia del bastone e la carota.
Come ben noto quello del bastone e della carota è un metodo di disciplina applicato alle bestie da soma.
In sintesi si usa la carota – il dolce – per premiare in caso di obbedienza al comando e si usa il bastone – l’amaro – per punire in caso di disobbedienza al comando.
Questa storiella ci è stata insegnata fin da piccoli, eppure, tragicamente, oggi nessuno riesce a identificarsi con l'asino della storia. Volete che vi faccia un esempio più comprensibile?
Tu sei un giovane che ha appena finito le scuole superiori o l'università, e come tutti i tuoi compagni sogni un futuro sereno, una compagna/o, una famiglia, una casa, la macchina e tutti i vari grilli che si saltano per la testa a quell'età.
Tu sai anche che per ottenere tutto questo servono soldi, e a meno che tu non sia figlio di qualche snob miliardario, sai che per avere quei soldi ti tocca "lavorare come un mulo", credetemi nemmeno questo termine tutt'oggi utilizzato non è casuale...
Ebbene, per avere dei soldi bisogna lavorare, ovvero prostituirsi nel grande mercato economico, devi per prima cosa saper scrivere lecchinamen.., scusate, correttamente, un curriculum, dove elenchi tutti i tuoi cazzi e tutte le tue esperienze.
Poi l'asino in questione, cioè tu, deve mostrarsi cordiale, educato, motivato, entusiasta, lecch...., scusate, volenteroso, con il futuro "datore di lavoro", che nella storiella veniva chiamato volgarmente, ma giustamente padrone.
A questo punto la storiella del bastone e la carota entra nel vivo:
Il padrone ti assumerà con contratto determinato, cioè a scadenza, quando e come fa comodo a lui o all'azienda, qui scatta il bastone, perché o ti adegui a fare gli straordinari, la flessibilità, ad essere disposto a lavorare nel weekend, con i turni che decidono loro, con il ritmi che decidono loro, o scatta la bastonata, ovvero senza tanti complimenti ti licenziano e assumono un altro schiavo-asino.
Nel caso invece tu sia ben felice di sgobbare per loro e di portare pazienza alle loro pretese per almeno 4-5 anni, scatta la ricompensa, ovvero la carota della storiella, il padrone a quel punto ti proporrà un contratto a tempo indeterminato, un posto fisso, dove potrai gioire della monotonia garantita, fino a quando sarai vecchio e stanco, ma così oramai irrimediabilmente assuefatto da quello stile di vita, che una volta ottenuta la pensione sentirai la mancanza del "tuo" meritato posto di lavoro...
Daniele Reale
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Come al solito Daniele la tua analisi è azzeccata e la condivido pienamente.👍
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