La storia è una menzogna
Non è vero che nel Medioevo si lavorava più di adesso, anzi, si lavorava molto di meno e c'erano un sacco di festività da rispettare.
La vita per il contadino medievale non era certo una scampagnata. La sua vita era segnata dalla paura della carestia, della malattia e dai venti di guerra. La sua dieta e l’igiene personale lasciavano molto a desiderare. Ma nonostante la sua reputazione di miserabile, lo si potrebbe invidiare per una cosa: le sue vacanze.
L’aratura e la raccolta erano faticosi compiti, ma il contadino poteva godere ovunque da otto settimane a sei mesi all’anno di riposo.
La Chiesa, consapevole di come mantenere una popolazione lontano dalla ribellione, ordinava frequenti feste obbligatorie.
Matrimoni, veglie e nascite significavano una settimana di riposo a tracannare birra per festeggiare, e quando i vagabondi giocolieri o gli eventi sportivi arrivavano in città, per il contadino era previsto del tempo libero per l’intrattenimento.
C’erano domeniche libere dal lavoro, e quando le stagioni di aratura e raccolta erano finite, il contadino aveva anche tempo di riposare.
In effetti, l’economista Juliet Shor ha scoperto che durante i periodi di salari particolarmente alti, come l’Inghilterra del 14° secolo , i contadini potevano lavorare non più di 150 giorni l’anno.
A ben pensarci, i contadini medievali lavoravano in percentuale poco meno della metà di un comune impiegato oggi!
I servi, nel Medioevo, lavoravano al massimo nove ore.
E facevano delle pause, che persino secondo i loro padroni, erano dovute. I nostri antenati possono, in realtà, non erano ricchi, ma avevano abbondanza di tempo libero.
E grazie al capitalismo e all'oscura Era Industriale, noi oggi siamo molto più schiavi di loro, da ‘The Overworked American: The Unexpected Decline of Leisure’ (Lo statunitense oberato di lavoro: l’inatteso declino del tempo libero)
Uno dei miti più duraturi del capitalismo è che avrebbe ridotto la fatica umana.
L'avvento delle macchine serviva, appunto, per toglierci la fatica di lavorare, ma grazia a capitalisti senza scrupoli quel sogno è stato infranto, le macchine sono arrivate si, ma noi oggi vicini ormai al 2020, continuiamo a lavorare 8/9, persino 10 ore la giorno!
Questo falso mito, tutt'ora ancora diffuso è solitamente difeso dai servi moderni che ancora paragonano la moderna settimana lavorativa di 40 ore con la sua omologa di 70/80 ore del 1900'.
Il presupposto implicito – ma raramente espresso chiaramente – è che per secolo era prevalso lo standard di 80 ore. Il paragone evoca la triste vita del contadino medievale, al lavoro dall’alba al tramonto.
Ci viene chiesto di immaginare l’artigiano specializzato in una soffitta fredda e umida che si alza prima del levar del sole e lavora alla luce di candela fino a tardi la notte. Queste immagini sono proiezioni nel passato di modelli di lavoro moderni però.
E quindi sono falsi.
Prima del capitalismo e dell'era industriale la maggior parte delle persone non lavorava per nulla molto a lungo. Il ritmo della vita era lento, persino tranquillo; il ritmo del lavoro rilassato. I nostri antenati possono non essere stati ricchi, ma avevano abbondanza di tempo libero.
Quando il capitalismo ha aumentato i loro redditi, si è anche preso il loro tempo.
In realtà ci sono buoni motivi per ritenere che le ore lavorative a metà del 1900' costituiscano lo sforzo lavorativo più prodigioso dell’intera storia del genere umano. Si consideri l’ordinaria giornata di lavoro nel periodo medievale:
Andava dall’alba al tramonto (sedici ore in estate e otto in inverno), ma, come ha osservato il vescovo Pilkington, il lavoro era intermittente; prevedeva una sosta per colazione, per pranzo e per il consueto sonnellino pomeridiano, (la famosa e ormai perduta pennichella!) e per cena.
Un elemento importante di prova a proposito della giornata lavorativa è che era molto insolito che ai lavoratori servili fosse chiesto di lavorare una giornata intera per un signore.
Una giornata di lavoro era considerata metà di un giorno e se un servo lavorava un giorno intero ciò era conteggiato come “due giorni di lavoro”
Il calendario medievale era pieno di festività:
Le feste ufficiali – cioè religiose – includevano non soltanto lunghe “vacanze” a Natale, Pasqua e a mezza estate, ma anche numerosi giorni dei santi e di riposo. Erano trascorsi sia in sobrie frequentazioni della chiesa sia in festeggiamenti, bevute e divertimenti.
In aggiunta alle celebrazioni ufficiali , c’erano spesso settimane di astensione dal lavoro, per segnare eventi importanti della vita (nozze e funerali) così come eventi di minore importanza.
Tutto considerato, il tempo libero per le feste nell’Inghilterra medievale occupava probabilmente un terzo dell’anno.
Dell’ancien régime francese è riferito che garantiva cinquantadue domeniche, novanta giorni di riposo e trentotto festività.
In Spagna viaggiatori segnalarono che le feste coprivano in totale cinque mesi ogni anno! (5 mesi!)
Il tempo libero del contadino si estendeva oltre le feste sanzionate ufficialmente. Esistono prove considerevoli di quella che gli economisti la curva retrograda della domanda di lavoro, l’idea che quando i salari aumentano i lavoratori offrono meno lavoro.
Durante un periodo di salari insolitamente alti (la fine del 1400') molti lavoratori si rifiutarono di lavorare “per un anno, un semestre o per qualsiasi altro periodo consueto, ma solo a giornata”.
E lavoravano soltanto per i giorni necessari a guadagnare il loro reddito abituale, che in questo caso corrispondeva a circa 120 giorni di lavoro l’anno!
Una stima del tredicesimo secolo rileva che intere famiglie
contadine non dedicavano alla loro terra più di 150 giorni l’anno.
Dati feudali dell’Inghilterra del quattordicesimo secolo indicano un anno lavorativo estremamente breve – 175 giorni – per i lavoratori servili. Evidenze successive relative a coltivatori-minatori, un gruppo che aveva il controllo del proprio orario lavorativo, indicano che lavoravano solo 180 giorni l’anno.
Dati feudali dell’Inghilterra del quattordicesimo secolo indicano un anno lavorativo estremamente breve – 175 giorni – per i lavoratori servili. Evidenze successive relative a coltivatori-minatori, un gruppo che aveva il controllo del proprio orario lavorativo, indicano che lavoravano solo 180 giorni l’anno.
In conclusione, quando "festeggi" la conquista delle 8 ore lavorative giornaliere, ricorda che sei stato ingannato da oltre due secoli, perché solo con l'avvento dell'era industriale si arrivò a lavorare 12 ore al giorno, ma prima di allora, era tutta un'altra vita!
Poveri si, ma di certo più liberi di adesso.
FONTI:
[1] James
E. Thorold Rogers, Six Centuries of Work and Wages (London: Allen and Unwin,
1949), 542-43.
[2] H.S.
Bennett, Life on the English Manor (Cambridge: Cambridge University Press,
1960), 104-6.
[3] Douglas
Knoop and G.P. Jones, The Medieval Mason (New York: Barnes and Noble, 1967),
105.
[4] R.
Allen Brown, H.M. Colvin, and A.J. Taylor, The History of the King’s Works,
vol. I, the Middle Ages (London: Her Majesty’s Stationary Office, 1963).
[5] Edith
Rodgers, Discussion of Holidays in the Later Middle Ages (New York: Columbia
University Press, 1940), 10-11. Vedasi anche C.R. Cheney, “Rules for the
observance of feast-days in medieval England”, Bulletin of the Institute of
Historical Research 34, 90, 117-29 (1961).
Andatelo a spiegare a quei poveri disgraziati sfruttati che dopo 8 o 9 ore di lavoro sono pure convinti,che si vive per lavorare,che bisogna lavorare,quandoil lavoro e' LA gabbia piu' micidiale che il potere abbia creato,POVERI SCHIAVI.
RispondiEliminaConcordo!!
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