Negli ultimi anni il termine "schiavo" è diventato quasi una moda per indicare la classe lavorativa in fondo alla piramide (operai, impiegati, postini, manovali, spazzini, stagisti ecc ecc).
Molti si saranno chiesti "perché" si chiamano "schiavi" i lavoratori moderni, io provo darvi una risposta con queste righe estratte dal documentario "sulla servitù moderna":
La servitù moderna è una servitù volontaria, consentita dalla massa degli schiavi che
strisciano sulla superficie terrestre.
Comprano liberamente tutti i prodotti che li asservono
ogni giorno di più. Si aggrappano spontaneamente ad un lavoro sempre più alienante,
generosamente concesso soltanto se “fanno i bravi”.
Scelgono loro stessi i padroni che
dovranno servire. Perché questa assurda tragedia sia potuta accadere, prima di tutto è stato
necessario sottrarre ai membri di questa classe ogni consapevolezza del proprio sfruttamento
e della propria alienazione.
Questa è la strana modernità della nostra epoca. Contrariamente agli schiavi
dell’antichità, ai servi del Medioevo o agli operai delle prime rivoluzioni industriali, oggi
siamo di fronte ad una classe totalmente asservita ma che non sa di esserlo, anzi, che non
vuole saperlo.
Ignorano quindi la ribellione, che dovrebbe essere l’unica reazione legittima degli
oppressi.
Accettano senza fiatare la vita pietosa che è stata decisa per loro.
La rinuncia e la
rassegnazione sono le cause della loro disgrazia.
Questo è il brutto sogno degli schiavi moderni che non chiedono, in definitiva, che di
lasciarsi andare nella danza macabra del sistema dell’alienazione.
L’oppressione si modernizza estendendo ovunque forme di mistificazione che
consentono di occultare la nostra condizione di schiavi.
Mostrare la realtà così com’è veramente, e non come viene presentata dal potere,
costituisce la sovversione più autentica.
Solo la verità è rivoluzionaria.
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