sabato 15 luglio 2017

La comodità è una droga che si acquista con il lavoro

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Solo cinquant'anni fa, in Italia la maggior parte delle famiglie non aveva ancora un frigorifero o una televisione, l'automobile era un lusso che spettava solo al capo famiglia e lavastoviglie ed asciugabiancheria erano oggetti che in pochi potevano permettersi.

La gente di allora sognava di lavare i piatti più in fretta, di asciugare il bucato senza l'aiuto del Sole o di lavare i panni sporchi in pochi minuti. Questi sogni negli anni si sono materializzati, ed oggi tutta questa diabolica tecnologia è a portata di tutti.

Oggi non ci sono famiglie che non abbiamo in casa propria un frigorifero, una tv, una lavastoviglie, una lavatrice o una stufetta elettrica scaldabagno.

Oggi tutti questi oggetti ci sembrano "indispensabili" e fatichiamo addirittura ad immaginarci una vita senza di loro, eppure, fino a ieri, la gente ha saputo farne a meno.



La comodità è una droga che si acquista con il lavoro, ed è una droga sia fisica che mentale, basta infatti la rottura di un elettrodomestico per mandarci su tutte le furie, rivelando la nostra "crisi d'astinenza".


Immagine correlataSiamo tutti drogati senza rendercene conto e questa droga d'eccellenza ci viene venduta attraverso gli spacciatori pubblicitari che ci invogliano all'acquisto, ma il lato più buffo della faccenda è che noi siamo sia i produttori che i consumatori.

Siamo noi a produrre su ordine delle aziende tutti questi elettrodomestici che finiscono per crearci dipendenza, siamo noi dunque ad auto-schiavizzarci nelle fabbriche e ad auto-sottrarci il nostro TEMPO per produrre tutta quella merce, che ha detta nostra, ci serve per guadagnare tempo, per fare più in fretta.

Un tempo la casalinga aveva l'intera giornata per lavare, stirare, asciugare i panni e cucinare, ma dopo che ha scelto di unirsi al club del lavoro salariato non ha avuto più tempo per questo ed ha quindi dovuto acquistare tutti quegli elettrodomestici che svolgono il lavoro al suo posto, elettrodomestici ovviamente programmati per guastarsi ogni tot anni, in modo tale da spingere il consumatore a riacquistarne di nuovi una volta buttati i precedenti.





Per chi non lo sapesse, questa si chiama obsolescenza programmata.




Immagine correlataRiassumendo: nel passato abbiamo desiderato una vita più confortevole che ci sollevasse dalle mansioni domestiche altrimenti dette "lavoro", abbiamo quindi creato degli apparecchi che eseguono i mestieri al posto nostro, ma non avevamo fatto i conti che quegli apparecchi andavano costruiti, proprio da noi...

Ed ora dopo millenni di storia dell'umanità, ci ritroviamo a lavorare più di prima, per pagare a rate quegli oggetti concepiti per non farci lavorare.

Ed ora siamo qua, tutti dipendenti da questa droga tecnologica che ci viene venduta una rata alla volta, a chiederci quale sarà il nostro prossimo oggetto di cui non potremmo mai più farne a meno.


Daniele Reale

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