I frutti marci e perversi del progresso moderno sono serviti a tavola: gli uomini disperati dalla tortura umiliante del lavoro coatto, preferiscono ora la morte ad una vita indignitosa segnata solo dal dovere.
In Giappone praticamente non esiste disoccupazione, e questo significa che tutti hanno un lavoro, le aziende, sfruttatrici e pretenziose, fanno sgobbare così tanto i propri dipendenti, da farli letteralmente morire di lavoro.
L'assurda richiesta di ore straordinarie passate al lavoro, ha portato e continua a portare i dipendenti salariati alla morte per sfinimento fisico, per stress e infine per suicidio.
Si stima che in media uno schiavo del lavoro giapponese, inizi il proprio calvario alle ore 8 del mattino, per finirlo (si fa per dire) alle 11 di sera! Se togliamo anche un'ora per andare/tornare dal luogo di lavoro, possiamo concludere che un lavoratore giapponese moderno ha a disposizione 8 ore al giorno su 24 per se stesso, di cui ne toglieremo ancora una per lavarsi/vestirsi/prepararsi, e le altre 7 per dormire.
Totale: 0 ore al giorno.
GAME OVER
Suicidarsi per troppo lavoro, significa morire perché non si è riusciti a vivere neppure prima.
Il governo ora cerca di correre ai ripari, e sapete come?
Fissando un limite massimo di 100 ore di straordinari al mese!
Assurdo! Questo significa che quella povera gente continuerà a sgobbare circa 12 ore al giorno per soddisfare i capricci del mercato capitalista. La questione degli "straordinari" negli ultimi anni sta diventando un vero e proprio cancro sociale e non solo in Giappone, ma anche qui in Italia.
Gli straordinari ormai sono la regola del giorno, e chi si rifiuta di farli viene senza tanti complimenti allontanato...
Gli straordinari sono ore in più rubate alla vita, camuffate come "lavoro eccezionale", ma che oramai è diventato prassi quotidiana aggiunta alle "normali" otto ore al giorno, non stupitevi dunque se tra 3-5 anni gli straordinari diventeranno gli ordinari...
E le otto ore al giorno passeranno a 10-12...proprio come i nostri bisnonni nelle miniere di carbone.
Daniele Reale
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