Per salire sulla giostra del consumo frenetico, servono soldi e per avere soldi bisogna lavorare, cioè vendersi.
Il sistema dominante ha fatto del lavoro il suo principale valore.E gli schiavi devono lavorare sempre di più per pagare a credito la loro vita miserabile. Si sfiancano al lavoro, perdono la maggior parte della loro forza vitale e subiscono le peggiori umiliazioni. Dedicano tutta la vita ad un’attività faticosa e noiosa per il profitto di pochi. L’invenzione della disoccupazione moderna è lì per spaventarli e farli ringraziare la generosità del potere.
Che cosa farebbero
senza la tortura del lavoro?
E sono queste attività alienanti che sono presentate come una liberazione. Che decadenza e che miseria!
Sempre pressati dal cronometro o dalla frusta, ogni gesto degli schiavi è calcolato per aumentare la produttività.
L’organizzazione scientifica del lavoro costituisce l’essenza stessa dell’espropriazione dei lavoratori sia dal frutto del proprio lavoro sia dal tempo che dedicano alla produzione automatizzata di merce e servizi.
Il ruolo del lavoratore si confonde con quello della macchina nelle fabbriche, con quello del computer negli uffici.
Il tempo retribuito non torna più.
Così, ogni lavoratore è assegnato ad un compito ripetitivo, intellettuale o fisico che sia. Egli è specialista nel proprio campo di produzione. Questa specializzazione si riscontra su scala planetaria nel quadro della divisione internazionale del lavoro.
Si concepisce in occidente, si produce in Asia e si muore in Africa.
Fonte: Documentario "sulla servitù moderna"
Nessun commento:
Posta un commento