RAGUSA: Quanto state per leggere sembra una racconto di tempi lontani e difficili, e invece è attualissimo, ancora una volta, succede in Italia.Nelle campagne di Ragusa ci si alza in piena notte per arrivare all'alba sulle serre dove c'è lavoro...e che lavoro...ricatti, molestie, minacce e pressioni, mentre si tenta disperatamente di guadagnarsi da vivere.
Questi incubi, travestiti da "necessità sociale" riguardano soprattutto le donne, sia italiane che straniere, perché la povertà non ha colore della pelle ed è l'unica cosa davvero "uguale per tutti".
Questa è la storia di Erika (nome di copertura) che racconta al mondo cosa significhi sgobbare nei campi di pomodori, patate, melanzane, sotto il sole, per pochi euro l'ora, per arrivare la sera stremata dalla fatica e subire la violenza carnale del padrone, che oggi per volere istituzionale, chiamiamo "datori di lavoro".
«Ero lì nella sua azienda da quattro mesi.
Aspettò di essere solo, che la moglie fosse lontana, in paese. E poi approfittò di me».
Erika ha subito in silenzio per sei anni, forse per paura, fatto sta che ha avuto ben quattro aborti. Erika è rumena e tutto ciò che guadagna lo spedisce ai suoi sei figli in Romania. Ma la violenza del padrone non si ferma qui, lui vuole il controllo di lei e così controlla ogni suo spostamento. Una notte lei tenta di fuggire ma lui la ferma e la minaccia con una sbarra di ferro.
Erika ora ha trovato il coraggio di denunciare tutto, e i carabinieri della compagnia di Ragusa sono riusciti a salvare Erika, hanno radunato prove e fatto irruzione in azienda del mostro, ora detenuto con l'accusa di sequestro di persona e violenza sessuale.
Daniele Reale
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