lunedì 27 luglio 2015

Delusi da università e lavoro, scelgono di lavorare la terra


Questa è la storia di Matteo, Jacopo, Filippo e Giacomo, quattro giovani italiani ideatori del progetto "Onda d'Orto", in provincia della Spezia.

Cosa fanno? Trasformano i terreni incolti e abbandonati, in terreni produttivi e fertili, questa loro scelta è stata fortemente motivata dal desiderio di rifiutare quel calvario esistenziale fatto di scuola, carriera, lavoro tutta la vita in attesa di una pensione di Stato che forse non vedrò mai. In poche parole questi quattro giovani italiani, hanno deciso di passare dalle belle parole ai fatti, rendendosi padroni delle proprie vite.

Matteo Ruffino, che ora a 29 anni, ha lasciato alle spalle una laurea in ingegneria nautica, due anni di lavoro come ingegnere, altrettanti come insegnante e un lungo inverno australiano, passato a raccogliere frutta dall'altra parte del mondo.
Decise quindi di tornare nella sua amata Liguria e assieme agli altri tre amici e compagni d'avventura, di fondare il progetto "Onda d'Orto", nato a fine 2014.

Questi giovani però non sono dei semplici agricoltori tradizionali, ma degli agricoltori sinergici, che hanno alla base regole che prevedono la non aratura dei campi e il divieto di utilizzare veleni, fertilizzanti e pesticidi vari.  

Filippo e Jacopo hanno entrambi 25 anni, Giacomo invece ne ha 28 che si dice colpito dalla superficialità riscontrata nell'ambito univesitario, soprattutto dalla scarca circolazione di idee nuove all'interno di essa.

Filippo ha alle spalle invece una brutta esperienza del mondo della moda, che prevedeva studio al mattino e lavoro nel pomeriggio, idem la sera per portare a termine i compiti dei professori.
Dopo mesi di sacrifici e doveri ha frequentato per due anni la Genoa Comics Academy , una bella esperienza che però lo convinto che restare tutto il giorno con la schiena piegata a disegnare fumetti, non faceva per lui.

Filippo torna a casa per meditare sul suo futuro, nel frattempo insieme all'amico Jacopo, recupera un terreno di 1.500 metri quadri di suo nonno e inizia a lavorarlo secondo l'arte dell'agricoltura sinergica. Con l'ingresso di Matteo e Giacomo il tutto si concretizza ed iniziano a produrre cibo.

Vivono così le loro giornate all'aperto, immersi nella natura, faticano ma sono felici, sono loro i padroni della propria vita, specificano che quasi tutto il lavoro che svolgono è fatto a mano, senza ricorrere a costosi macchinari.

Dicono che se non avessero realizzato questo progetto, molto probabilmente avrebbero visto il loro futuro lontano dalla loro amata Italia.

Al momento tutti e quattro i ragazzi, vivono nelle loro famiglie, poiché non sono ancora economicamente dipendenti. Nota di merito: Quest'anno il loro progetto ha partecipato e vinto il bando "Starter" ricevendo un finanziamento di circa 5.000 euro.

Daniele Reale

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