lunedì 23 ottobre 2017

COSA PENSERANNO DI NOI LE FUTURE GENERAZIONI?

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COSA PENSERANNO DI NOI LE FUTURE GENERAZIONI?

"Vivevano nelle scatole di cemento armato tutte uguali e davano alle cose e ai mezzi per scambiare le cose più valore che alla vita stessa.

Lavoravano per accumulare le cose. 
Il lavoro di molti di loro era assolutamente inutile e anche nocivo, perché inquinavano il mondo uccidendo se stessi. Senza pensare alle conseguenze, rovinavano il pianeta. 

Lo scopo di molti di loro era arrivare alla perfezione in qualche piccolissima frazione della conoscenza, dal valore vicino allo zero.

Pensavano di essere i padroni delle risorse naturali della Terra e li usavano senza criterio, pensavano solo a se stessi o al loro immediato futuro.

Abbassavano intenzionalmente la qualità dei prodotti affinché questi si rovinino e così potevano vendere più prodotti nuovi. 





Molta produzione restava invenduta. 




L'accumulo dei beni era considerato il simbolo del benessere. 
I loro interessi stavano tutti nel consumismo e nel divertimento facile. Avevano l'accesso ad un oceano delle informazioni ma preferivano stare in un piccolo mondo fatto di cose conosciute e consuete.

Erano fieri di appartenere ad una comunità, e consideravano coloro che non ne fanno parte, degli estranei. Gli omicidi volontari erano amorali, ma se ordinati dai capi delle comunità, erano accettati.

Si, avevano dei capi. 
Le persone che gestivano la vita di tantissime altre persone.

Era di norma l'auto limitazione. Si doveva seguire e osservare le leggi anche ingiuste. la gente cambiava le opinioni soltanto se costretta dalle circostanze. La società di quegli uomini rifiutava le idee che non corrispondevano all'opinione della maggioranza o che minacciavano il sistema consolidato.

- Ma come potevano vivere così? 

Il cervello dei nostri antenati era più primitivo del nostro?

- Oh no. Non avevano l'alternativa. Non conoscevano nulla di meglio."


Fonte Web.

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