Già in uso in Gran Bretagna e Stati Uniti col nome di ‘People Analytics’, si tratta di un nuovo metodo di analisi di dati personali degli impiegati da parte delle aziende, volto a migliorare le prestazioni e interazioni dei lavoratori e quindi dell'azienda stessa.
Gli elementi presi in considerazione sono i più vari: dal tono della voce ai tempi di conversazione, dalle persone con le quali ci si rapporta più di frequente ai vari spostamenti registrati in ufficio. Ma se da una parte le compagnie che hanno preso seriamente in considerazione questo nuovo modello sostengono che l'analisi dei dati sia fondamentale per lo sviluppo del proprio business, dall’altra c'è chi parla già di pericolo per la sicurezza della privacy e discriminazione sul posto di lavoro.
L'idea che sta alla base del nuovo progetto di Waber è di incrementare la produttività delle aziende facendo leva sui rapporti di empatia che si vengono a creare all’interno di ciascun gruppo di lavoro. Si tratta, come riporta lo studio del BCG, di posizionare i gruppi di lavoratori che hanno la necessità di comunicare e interagire tra loro vicini, analizzando attraverso i badge chi parla e si relaziona maggiormente.
Come riportato dallo studio del Boston Consulting Group sono stati realizzati dei badge particolari che vengono appesi con un cordino al collo degli impiegati che si prestano volontariamente all'analisi.
Ogni dispositivo ha due microfoni in grado di analizzare la voce in tempo reale ed è dotato di sensori che seguono passo per passo gli spostamenti dei lavoratori, sia nelle modalità che nella quantità, all'interno dell'ufficio.
I badge sono esclusi dai bagni, per avere un minimo di privacy.
Ben Waber, intervistato dal Washington Post nel settembre 2016, è certo che entro tre-quattro anni ad ogni badge verrà applicato questo tipo di sensore.
L'idea che sta alla base del nuovo progetto di Waber è di incrementare la produttività delle aziende facendo leva sui rapporti di empatia che si vengono a creare all’interno di ciascun gruppo di lavoro. Si tratta, come riporta lo studio del BCG, di posizionare i gruppi di lavoratori che hanno la necessità di comunicare e interagire tra loro vicini, analizzando attraverso i badge chi parla e si relaziona maggiormente con chi.
Al contrario, gli impiegati che non hanno bisogno di collaborare possono essere localizzati più lontano o in alternativa si può affidare loro un proprio ufficio. In questo modo, attraverso l'analisi dei dati rilasciati dai dispositivi, è possibile stilare una sorta di archivio in cui si registra, ad esempio, per quanto tempo il gruppo dirigente interagisce col gruppo tecnico oppure per quanto tempo un commerciante dovrebbe interloquire con i propri clienti.
...Ma se produttori e investitori possono considerarsi più che entusiasti di questi nuovi modelli di business, qual è il prezzo da pagare per i lavoratori?
Esiste un reale problema di sicurezza della privacy e in che misura?
Per quanto riguarda Humanyze, il suo fondatore sostiene che gli impiegati che utilizzano i badge dotati di sensori possono accedere ai propri dati personali e visionare le proprie prestazioni, mentre ai dirigenti non è consentito recuperare in alcun modo l’identità del lavoratore, ma hanno una loro schermata che permette di visualizzare esattamente la percentuale di tempo impiegato insieme ai propri colleghi.
Fonte e articolo completo: http://www.linkiesta.it/it/article/2017/04/15/il-tuo-datore-di-lavoro-ti-osserva-dagli-usa-arrivano-i-badge-per-moni/33873/
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