Da tempo lottiamo contro la moderna schiavitù del lavoro, ma ci siamo sempre dimenticati di prendere in considerazione un aspetto importante della storia, ci sono persone che amano passare le loro giornate chiuse all'interno di fabbriche e uffici, per loro "produrre" è gratificante tanto quanto mangiare un gelato per un bambino di sei anni o come l'arrivo del weekend per chi come noi odia il lavoro.
Ci sono persone a cui piace davvero lavorare come muli da traino, e non sto ora parlando di quei pochissimi fortunati che fanno un lavoro in proprio o quelli che hanno fatto della propria passione il proprio lavoro, ma di persone comuni che hanno orari da rispettare e cartellini da timbrare tutti i giorni.
Per queste persone, da un punto di vista "invidiabili", in quanto ben sopportano il carico oppressivo del lavoro coatto sulla schiena, le ore al lavoro passano in fretta, arrivano a casa e lavorano ancora e ancora, non si stancano mai.
Ecco perché sono dell'idea che bisognerebbe far lavorare otto ore al giorno solo chi ama passare il proprio tempo lavorando, ma al mondo non siamo tutti aspiranti formiche produttive, ci sono anche gli aspiranti bradipi che amano passare il proprio tempo rilassandosi e riposando.
Questo sistema fondato sulla produzione, che costringe tutti al gioco della vita monotona, determinata da orari, sveglie, pasti consumati in fretta e stress cronico è violento e contronatura, perché accontenta solo una fascia di persone, ovvero quelle laboriose per natura.
Ma che succederebbe se domani prendessimo queste persone laboriose per natura e le costringessimo a starsene tutto il giorno sul divano a guardare la tv, in riva al mare a meditare o a fare lunghe passeggiate rilassanti nei boschi?
Ve lo dico io, impazzirebbero!
Impazzirebbero perché loro amano stare in movimento quanto noi oziosi amiamo starcene fermi e svolgere attività tranquille.
Non tutti amano drogarsi di caffè e sigarette dalla mattina alla sera per far fronte allo stress della lunga giornata lavorativa, per cui bisognerebbe riconoscere al più presto il "diritto all'ozio".
Si, sto parlando seriamente!
Non dico di riconoscere il diritto al fancazzismo generale, ma quello all'ozio, ovvero fare in modo che a tutte quelle persone che odiano la vita laboriosa, sia concesso un lavoro part time, in modo tale che, finite le quattro ore al giorno, abbiano il resto della giornata da dedicare a se stessi.
Guadagneranno meno, ma almeno eviteranno si finire dallo psichiatra con una crisi di nervi...
E' tempo di riconoscere che tutti noi abbiamo caratteri diversi, stili di vita diversi, aspirazioni diverse, desideri diversi, e come una tartaruga pigra non sarà mai simile ad una lepre agile e scattante, l'essere umano pigro per natura non sarà e non vorrà mai essere simile all'essere umano dal carattere laborioso, che non sta mai fermo, è tempo anche di riconoscere che costringere un ozioso a vivere alla maniera del compagno laborioso è violenza sia fisica che psicologica, tanto quanto lo è prendere un leone della savana africana, chiuderlo in una gabbia e farlo vivere per il resto della sua vita in un Circo, facendolo esibire a comando, pena le frustate...
Nel caso umano la gabbia è la vita moderna, snaturalizzata, industriale, il Circo è invece la fabbrica o l'ufficio, infine le frustate sono le minacce di licenziamento, la paura della povertà, di restare senza una casa, in poche parole di essere sbattuto fuori da quel Sistema che allora ti prese e ti addestrò (tramite la scuola) al Circo, e che ora, dopo averti snaturalizzato, è pronto a sbarazzarsi di te nel caso tu decidessi di ribellarti alle catene donate...
Gli oziosi hanno diritto al riposo quanto i laboriosi hanno diritto al lavoro!
Daniele Reale
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