Forse era già stanca, ancora, prima di cominciare.
Stanca per una vita di fatiche, a casa e fuori.
Per l’urgenza di non fermarsi mai; per portare in famiglia qualcosa in più, per tutte le spese che ti piombano addosso.
Stanca del caldo, degli insulti, di essere sfruttata senza speranza.
Per 30 euro al giorno, Paola dava la sua vita ai padroni e ai “caporali”, dalle 3,30 del mattino alle 15,30 del pomeriggio.
In realtà, prima delle 3,30; perché a quell’ora doveva essere pronta; insieme alle altre, per essere portata nei campi coi pullmini dei “caporali”.
In realtà, la sua fatica finiva dopo le 15,30; perché a quell’ora veniva ricaricata sui pullmini e, dopo, c’era il viaggio di ritorno.
Un lavoro da bestie fra Andria, Brindisi e Taranto.
Ore di fatica sotto la sferza verbale dei “caporali” che urlavano il ritmo che richiamavano che insultavano,
10 ore di vita, più i viaggi, rubate fino a spezzare le volontà.
Paola Clemente, bracciante agricola di San Giorgio Jonico, è morta a 49anni. Era il 13 luglio 2015 e stava lavorando senza riposo, da ore, sotto un tendone, all’acinellatura dell’uva.
Scrissero che era morta per un infarto.
Non è vero! Fu assassinata, giorno dopo giorno, dallo sfruttamento selvaggio dei suoi padroni, dei suoi “caporali”, dei suoi sorveglianti. Incoraggiati dalle leggi, complici, di questo Stato e dei suoi governi al servizio del Capitale.
Oggi, a seguito dell’indagine iniziata alla sua morte, hanno arrestato 6 persone.
“In carcere sono finiti Ciro Grassi, il titolare dell’azienda di trasporti tarantina che trasportava in pullman le braccianti fino ad Andria; il direttore dell’agenzia Inforgroup di Noicattaro, Pietro Bello, per la quale la signora lavorava; il ragioniere Giampietro Marinaro e il collega Oronzo Catacchio.
Stessa sorte anche per Maria Lucia Marinaro e la sorella Giovanna (quest’ultima ai domiciliari). La prima è la moglie di Ciro Grassi, indagata per aver fatto risultare giornate fasulle di lavoro nei campi con lo scopo di intascare poi le indennità previdenziali, e la seconda avrebbe lavorato nei campi come capo-squadra.”.
Li hanno arrestati per truffa ai danni dello Stato, illecita intermediazione, sfruttamento del lavoro.
L’accusa vera è:
assassinio tramite sfruttamento brutale e continuato!
Di qua o di là della nostra Madre Terra!
(Claudio Taccioli)
Fonte: https://bresciaanticapitalista.com/2017/02/23/paola-clemente-morta-di-fatica/
Maledetti assassini SFRUTTATORI bastardi, vi impiccherei e pio vi darei fuoco, maledetti.
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