"La casa è il solo spazio di libertà,
è il solo spazio di anarchia."
"Senza uscir di casa
puoi conoscere il mondo intero
senza affacciarti alla finestra
puoi vedere la via del paradiso"
Lao Tzu
" Rimanere a casa è il nuovo modo di andar fuori" è una battuta con cui me ne uscii una volta a una riunione. Per quanto sciocca, in quella frase rimane un fondo di verità. Andar fuori tutte le sere può essere un impegno gravoso.
Una faticaccia!
Che hai deciso di crearti il tuo piccolo paradiso fatto di piumoni, televisioni e pizze, il tuo personale castello d'indolenza.
A un livello elementare, rimanere a casa è naturalmente il sogno di ogni ozioso, dato che richiede uno sforzo fisico ridotto.
Ci evita l'incombenza fastidiosa e dispendiosa di prepararci, uscire di casa, andare da qualche parte. Spesso andiamo a divertirci per dovere e non per scelta.
Ma al di là delle ragioni ovvie che invogliano l'ozioso a rimanersene a casa, questo particolare modo di inazione produce anche benefici sociali e spirituali. Il primo e più importante è che restarsene a casa rappresenta un attacco alla cultura del "muoversi" da cui siamo circondati.
L'ozioso contempla questo avvilente guazzabuglio di possibili stili di vita e decide di non fare proprio nulla. Invece di andare decide di restare e accontentarsi di essere.
La sua anima ha bisogno di contemplazione: invece di vacanze ricreative o serate a tema in qualche locale, l'ozioso coltiva il vago sogno di starsene seduto dentro una casupola sul pendio di una collina in Cina, un filo di barba sul mento e un sorriso saggio e divertito sulle labbra, a riflettere sulla bellezza della natura e la follia dell'uomo.
Il Tao te ching è il testo più importante della scuola di pensiero cinese nota come Taoismo. E' zeppo di paradossi, e il suo cardine è il wu wei, ovvero la filosofia della non-azione.
A quei vecchi cinesi indocili e ridacchianti piaceva l'immagine del fiume, che segue il corso di minima resistenza per andare dalla montagna al mare e che nel farlo crea anse uniche e bellissime.
Wu wei significa seguire la corrente nella vita quotidiana, significa affidare il proprio destino al fato e galleggiare dolcemente verso valle, con meraviglia, distacco e saggezza.
Affannarsi, preoccuparsi, fare:
è tutta fatica sprecata, come remare controcorrente.
La mia teoria è che il mondo si divide in due tipi di persone:
gli oziosi e gli antioziosi.
I seccatori (gli antioziosi), sono persone che non riescono a fare a meno di interferire nella vita degli altri. Mancano d'immaginazione, credono nel lavoro duro, nello sfruttamento e nell'ipocrisia, e sono perfetti come politici, burocrati e ricchi intrallazzatori.
Impongono le proprie idee agli altri con la forza della legge, della coercizione e dei giornali, e giustificano le proprie azioni dicendo che hanno creato posti di lavoro, o tagliato i costi, o aumentato i consumi, o prodotto profitti per i loro azionisti.
"Bisogna fare qualcosa!" è il loro motto.
E loro fanno qualcosa come costruire grattacieli, call center, dighe e autostrade, ma amano anche interferire nei progetti degli altri, negando, per esempio, l'autorizzazione ad aumentare di un cm le dimensioni della finestra di un vecchio fienile.
Quel che è peggio, i seccatori, non contenti di fare cose loro stessi, tentano costantemente di costringere noi poveri oziosi a fare.
Invece di trovare "qualcosa da fare" alla gente, non sarebbe più sensato se la si aiutasse a trarre piacere da non far nulla?
Coloro che si concedono una pausa, che fanno un passo indietro per osservare il mondo, i pigri, quelli che non possono essere seccati, gli scrittori, i poeti e i musicisti, queste persone producono cultura, fanno molto per rendere la vita degna di essere vissuta...
Tom Hodgkinson - dal libro: "L'ozio come stile di vita"
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